Cade elicottero nel Lazio, muore pilota aquilano

 

 

Una vita trascorsa in volo. Ed è stata proprio la grande passione della sua vita a tradirlo. Gino Fischione, 65 anni, pilota di grandissima esperienza, è morto in un incidente aereo avvenuto al confine tra Aprilia e Lanuvio, nel Lazio. Morto anche il 63enne Paolo Caruso, originario di Catania, con lui nell’elicottero precipitato in un frutteto, in località Campomorto, tra gli alberi di kiwi. L’incidente è avvenuto intorno alle 13,30, subito dopo il decollo, durante un giro di prova. Inutili i soccorsi, allertati da alcuni operai che stavano lavorando in un campo vicino e che hanno raccontato di aver visto l’elicottero, un R22 privato, precipitare. Hanno detto di aver sentito un rumore strano. Giusto il tempo di alzare la testa, poi lo schianto accompagnato da un boato. La chiamata al 118 e la corsa verso quel frutteto, nella speranza di trovare ancora in vita le persone a bordo. Ma per Gino Fischione e il suo compagno di volo (è da accertare chi dei due fosse a pilotare l’elicottero) non c’era più nulla da fare. Morti sul colpo nello schianto che neppure quegli alberi ancora carichi di kiwi sono riusciti ad attutire. Sul posto, oltre agli operatori del 118, anche i vigili del fuoco che hanno provveduto al recupero delle due salme, e i carabinieri della stazione di Lanuvio e della compagnia di Velletri. Dalle prime frammentarie testimonianze sembra che la coda dell’elicottero sia stata ritrovata a un centinaio di metri dalla carlinga e questo, se confermato, potrebbe avvalorare l’ipotesi di un cedimento strutturale del velivolo e giustificare il rumore di cui i testimoni hanno parlato. Ma su questo bisognerà attendere l’esito della doppia inchiesta, una della Procura e l’altra dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. Pilota espertissimo, ex colonnello dell’aeronautica militare (così come Caruso), e poi collaudatore per l’Agusta Westland, Gino Fischione, originario di Tornimparte, viveva con la famiglia (lascia la moglie Uliana e la figlia Chiara) nella piccola frazione aquilana di Colle di Sassa. Ma il volo era la sua grande passione e per questo, anche dopo essere andato in pensione, continuava a dividersi tra la casa di Ciampino e quella del paese d’origine della moglie, dove Gino era per tutti un amico. La notizia della tragedia è arrivata all’Aquila nelle prime ore del pomeriggio. Grande il dolore e lo sconcerto anche tra i tanti amici. Con alcuni di loro il 65enne condivideva l’interesse per il volo (era stato pure istruttore all’Aeroclub di Preturo). Gli stessi che lo descrivono come un pilota «super esperto», un grande professionista sempre al top. Da ieri pomeriggio, continuo è stato il viavai di amici e parenti nell’abitazione della famiglia Fischione a Colle di Sassa dove vivono anche i familiari più stretti della moglie.

Corrado Ruggeri, ex presidente dell’Aeroclub dell’Aquila è un carissimo amico di Gino Fischione (nella foto) deceduto ieri nell’incidente tra Aprilia e Lanuvio. «Gino era una persona eccezionale, come uomo, come pilota e come istruttore», dice Ruggeri. «Con lui ci vedevamo qui all’Aquila almeno due volte a settimana, o al bar a Sassa o alla Dolce Vita per un caffè e per una chiacchierata. L’ultima volta che l’ho sentito è stata una decina di giorni fa. Aveva sempre un progetto, qualcosa da fare o da sperimentare. Il tutto mosso dalla sua grande passione per il volo. Era entrato giovanissimo nell’Aeronautica e, dopo che è andato in pensione, ha avuto incarichi in aziende private. Ha effettuato voli anche per soccorrere persone in difficoltà in montagna e in particolare sul nostro Gran Sasso. In me», conclude Corrado Ruggeri, «lascia un grande vuoto, ho perso un grande e vero amico, mi mancherà».
- da Il Centro -


Stefano Leone nel suo profilo facebook:
"Ciao Gino, ora volerai lassù dove ogni rotta è una traccia verso il cielo e dove amavamo stare. Dove tante volte siamo stati insieme; lassù dove ci sentivamo invincibili eppure così fragili. Ma ci piaceva. Il volo unì le nostre vite a vent'anni, il volo le ha separate ora dopo decenni. Ma non temere, amico mio, torneremo, chissà forse un giorno, a volare insieme lassù dove nuvole e venti ci saranno familiari. Torneremo a volare insieme e, forse, vedremo insieme tornare a volare anche L'Aquila, la città che ci ha dato i natali. Ricordi quando ci dicevano che le cornacchie volano in gruppo, le aquile volano solitarie? Ciao amico mio, il piano di volo che farai ora non avrà scadenza ma farà di te un pilota in eterno. Ciao Gino, ti porterò sempre con me".


 



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