Guardia del Duce sul Gran Sasso, ignari dell’armistizio

Nuova luce sul “giallo” della rocambolesca liberazione di Mussolini sul Gran Sasso ad opera dei tedeschi, che lo avrebbero portato in Germania per poi dar vita alla Repubblica di Salo’. I militari addetti a custodire il Duce nei giorni della prigionia in Abruzzo quel 12 settembre 1943 non sapevano che 4 giorni prima era stato annunciato l’armistizio. Lo rivela, in una intervista ad Andrea Marini del TGR Lazio in onda oggi alle ore 14, Luigi Teofani, ex carabiniere oggi novantenne, forse l’ultimo supersite tra coloro facevano parte dell’aliquota cui fu affidata la custodia di Benito Mussolini nell’ultima fase della sua prigionia. Una cinquantina di militari dell’arma ed una trentina di poliziotti (divisi poi tra la base della funivia e l’albero in cima a Campo Imperatore), inviati in gran fretta a fine agosto del 1943 ad Assergi con un compito tenuto segreto fino all’ultimo: vigilare sul Duce che da li a poco sarebbe stato spostato prima in una piccola casa alla base della funivia e poi dopo, fatti sgombrare i turisti, nell’albergo di Campo Imperatore, sulla cima del Gran Sasso a 2100 metri di quota. Teofani ha ripercorso i momenti di quei giorni, rivelando aspetti inediti di quel momento fondamentale della storia d’Italia.


Guarda video:Assergi e la liberazione di Mussolini

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