L’investimento di 50 milioni per lo sviluppodel Gran Sasso merita un confronto costruttivo

 

 

 

 

 «La partita sul destino dello sviluppo turistico del Gran Sasso non può più essere giocata nel clima da stadio che ha caratterizzato in questi mesi il dibattito cittadino». Lo afferma in una nota Stefano Palumbo capogruppo del Pd in consiglio comunale «Un investimento complessivo che supera i 50 milioni di euro, all'interno di un parco che punta ad avere il riconoscimento di patrimonio dell’Unesco», prosegue Palumbo nel suo intervento, «richiederebbe un confronto incentrato innanzitutto sulla sostenibilità economica del piano di sviluppo, ben diverso da quello che le strumentalizzazioni politiche hanno invece ricondotto ad uno scontro tra “integralisti ambientalisti” e “cementificatori sviluppisti”, dannoso e funzionale solo a tenere lontani potenziali investitori». «La politica, quella che preferisce trovare soluzioni piuttosto che schierarsi con l’una o con l’altra parte», aggiunge, «ha il compito di ridurre questi conflitti e rendere tutti protagonisti di un percorso decisivo per il rilancio socio-economico di un territorio attraverso una delle sue principali vocazioni: è questa la filosofia con la quale il Partito Democratico ha inteso aprire un confronto costruttivo, incominciato su mia iniziativa con tutte le forze politiche di maggioranza in consiglio comunale e proseguito con gli incontri convocati dal vicepresidente della Regione con le associazioni ambientaliste, il comitato referendario “Save Gran Sasso” e le amministrazioni separate per i beni di uso civico ricadenti nel Parco». «Il percorso», insiste, «ora deve proseguire attraverso un ritrovato protagonismo dell’ente Parco. L’approvazione del Piano del Parco, che avverrà a breve grazie all’impulso del nuovo direttore dopo un’attesa durata 16 anni, è solo il primo passo concreto che consentirà di uscire dalle misure di salvaguardia e dare finalmente attuazione a una gestione ispirata allo sviluppo ecosostenibile ma attenta alle esigenze del territorio». «Alla politica», conclude l’esponente di maggioranza, «spetta invece il compito di mettere il Parco nelle condizioni di operare con autorevolezza attraverso la nomina di un presidente funzionale al piano di sviluppo che stiamo costruendo piuttosto che a improbabili equilibri politici a livello nazionale».


 



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