La “Pineta” di Roio, il polmone verde dell’Aquila, e gli alpini

 

 

 

Un’immagine di incuria e di abbandono è quella che si presenta a chi giunge a Monteluco. Roba da far impallidire anche il più avvezzo dei frequentatori di questi luoghi. Un’atmosfera di degrado che cancella con un tratto di penna la pregevole storia di questa località montana, distante poco più di un pugno di chilometri da L’Aquila. E’ chiusa la “Rotonda”, è chiuso lo storico Chalet. Solo una selva di antenne ha preso il sopravvento occupando un enorme spazio sul cocuzzolo del colle. Elementi che non sono certo un buon viatico per chi volesse trascorrere qualche ora a contatto con la natura. Scendendo lungo una stradina ciottolosa che passa in mezzo alla fitta trama di conifere, accanto alla vecchia gabbia del lupo (fortunatamente in disuso da decenni), si sente il vociare di alcune persone: sono Manlio Ciccozzi, Francesco Palumbo e Giacomo Gigante che si adoperano per liberare i viottoli invasi dalla vegetazione e si prodigano per ripulire dalle sterpaglie una piccola fetta del bosco. E’ solo un piccolo assaggio di quello che sarà poi l’annuale Giornata Ecologica, che si svolge proprio qui a primavera. I tre fanno parte del gruppo alpini di Roio, la cui sede è posta là vicino, un po’ nascosta dagli alberi di pino. La “Casina delle volpi”, così si chiama questo piccolo edificio che nel 2001 venne ristrutturato dagli stessi associati della sezione locale. Una casetta composta da due piccoli vani sovrapposti in cui si ritrovano i tesserati per le riunioni e i convivi. Dentro c’è un po’ di tutto: tavoli, dispense, stufa, camino…. Le pareti sono tappezzate di foto e di gagliardetti con i simboli delle penne nere. Fuori è sistemata anche una piccola legnaia. Insomma un piccolo mondo che sembra uscito dal libro delle fiabe. E’ Giacomo che si fa latore di alcune delle molteplici proposte che, se attuate, rivitalizzerebbero il “Polmone verde dell’Aquila” e il suo comprensorio. Una delle prerogative è senz’altro la necessità di bonificare e ripristinare la consistenza arborea nell’area interessata all’incendio che qualche anno fa devastò la “Pineta”, nonché la rivalutazione della stessa attraverso la creazione di aree pic-nic e la realizzazione di un percorso con piazzole attrezzate per espletare attività ginnico-ricreative. Poi, spostandosi a ridosso di Roio Poggio, c’è il parco della Rimembranza. Questo luogo, opportunamente risistemato, costituisce parte integrante di un più ampio progetto che prevede la creazione di un percorso storico-religioso il cui tragitto collega, attraverso la via Mariana, la città alle quattro frazioni di Roio. Rimanendo nelle adiacenze di questo sito, in prossimità dell’Università di Ingegneria, si parlò, sin dal 2012, della realizzazione in loco del “Bosco della Memoria”. La sua concretizzazione porterebbe a compimento un progetto del quale dovrebbe farsi carico ogni comunità colpita dal sisma, in ricordo delle 309 persone  (tra le quali alcuni studenti dello stesso Ateneo) che quella notte di aprile persero la vita. Non dimentichiamo che il gruppo alpini di Roio dà un sostanzioso apporto alle iniziative caritatevoli e alle manifestazioni ludico-culturali che si svolgono sul territorio, inoltre presenzia a tutte le cerimonie civili e religiose, tanto da costituire sicuro e apprezzato punto di riferimento per la cittadinanza dell’altopiano, e non solo.
di Fulgenzio Ciccozzi


 



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