Salviamo la Piana: "Un territorio in ostaggio, chiusa la strada per Campo Imperatore"

 

 

 

"Alla prima nevicata, non si fa attendere due volte l'azione sprovveduta di chiudere l'accesso a Campo Imperatore dalle strade di Santo Stefano di Sessanio e di Castel del Monte".

Si legge in una nota dell'associazione "Salviamo la Piana", che ha pubblicato alcune fotografie che dimostrano come la strada sia stata chiusa con la neve, nonostante più avanti fosse perfettamente percorribile. "Quest'ostruzionismo inspiegabile si ripete ormai da anni - sottolinea l'associazione - e rischia di ripetersi anche quest'anno, impedendo a tutti la libera fruizione di questo straordinario patrimonio naturale, e rischiando di mettere in serie difficoltà le attività economiche di tutti coloro che vivono nei borghi delle montagne dell'aquilano che da anni scommettono sulla bellezza di questo territorio, sul suo potenziale turistico, sulla possibilità di creare nuove attività e nuovi posti di lavoro qui in montagna. E continua questo ostruzionismo inspiegabile, nonostante i recenti sforzi uniti al bando di Invitalia, di promuovere azioni per l'avvio e il sostegno ad 'attività imprenditoriali volte al rafforzamento dell'attrattività e dell'offerta turistica del territorio del cratere sismico aquilano'".

Pensare insieme il rilancio socio-economico delle aree dell'Abruzzo interno colpito dal terremoto, però, in termini di 'sviluppo sostenibile' significa, tra le altre cose, "migliorare l'accesso alle risorse naturali e culturali del territorio, ridistribuire equamente nelle aree montane e rurali le risorse indirizzate alle infrastrutture, adeguare la viabilità delle aree interne, fornire i Comuni o chi per loro, di mezzi adeguati, favorire la partecipazione di tutti nella gestione, nella tutela, nella rivalorizzazione e nell'accesso e fruizione sostenibile del Gran Sasso e di Campo Imperatore".

"Il Gran Sasso e la Piana di Campo Imperatore - leggiamo ancora dalla nota - vanno intesi come un unico straordinario patrimonio naturale e culturale comune che può offrire infinite opportunità in termini di attrattività naturali, culturali e paesaggistiche con il suo complesso di piste da sci, ma anche di monasteri benedettini, di siti archeologici e rifugi pastorali di ogni epoca storica, che insieme costellano i paesaggi lunari di campo imperatore, da vivere - ad esempio - anche attraverso gli oltre 40km di piste da sci di fondo, o attraverso altre magnifiche attività che possono essere sia invernali (es. snow kite, fat biking, ciaspolate, etc.), che estive (es. trekking a piedi in mountain bike o a cavallo). Attività che permettano la fruizione piena e sostenibile di tutto il patrimonio, abbracciando in un'unica offerta i comuni di Santo Stefano, Calascio, Castel del Monte, Farindola, Castelli".

Per costruire uno sviluppo sostenibile e promuovere un turismo responsabile in questi termini, che vada a reale beneficio di tutto il territorio, "occorre equità nell'adottare i provvedimenti (come pulire le strade ad esempio) perché questi rispondano ai bisogni di tutti e non solo di alcuni. Occorre che gli sforzi del 'Pubblico' a sostegno di uno sviluppo sostenibile siano rivolti in modo equo verso tutto il territorio perché si rafforzi il potenziale di offerta di tutti gli operatori che ci vivono, e non perché si soddisfino semplicemente le istanze di un solo gruppo di interesse espressione di una piccola struttura pubblica in crisi economica".

"Non siamo contro la funivia del Gran Sasso - conclude l'associazione 'Salviamo la Piana' - ma è impensabile che questa per mantenersi sia attaccata al filo dei contributi pubblici che la finanziano perché falsamente considerata unico mezzo di trasporto per l'accesso in montagna. Si chiudono le strade, si penalizza un intero territorio per permettere che la funivia resti ancora in vita senza un business plan che garantisca la sostenibilità della struttura nel tempo. Non ci potrà mai essere l'opportunità di costruire un futuro sostenibile, di avviare nuove attività per il potenziamento dell'offerta turistica e creare così nuove forme di lavoro dando una speranza ai ragazzi e alle ragazze di qui di restare, se a prevalere sono politiche vecchie come quelle di "chiudere le strade" a sostegno di vecchie attività fallimentari che per anni hanno accumulato solo debiti mandando in passivo le casse del comune dell'Aquila a scapito dei contribuenti e di tutto il territorio".


 



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