Sci fuori pista: riunione in Regione per evitare i divieti

 

 

Si è tenuta una 'storica' riunione nella sede del Consiglio Regionale, per trovare un modo di non effettuare ordinanze di "divieto di sci fuoripista" appena nevica, come da anni accade in Abruzzo. La riunione è stata convocata dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. Erano eccezionalmente presenti tutti i Comuni che ospitano una stazione sciistica, con i loro sindaci o un loro assessore.

P.Pietrucci ha introdotto la riunione spiegando che in tempi di crisi per tutta l'economia italiana e regionale, lo sviluppo del turismo invernale è una delle priorità dell'Abruzzo. A tal fine la regione Abruzzo sta modificando alcune leggi tra cui quella dell'insediamento nelle zone montane, dei maestri, del fuoripista e del soccorso. Nell'ambito del turismo invernale lo sci-alpinismo, escursionismo e di recente il freeride ne rappresentano una parte importante ed in continua crescita. Dunque la Regione vuole cercare il modo di non emettere ordinanze generali di divieto, ma trovare altre soluzioni. Eventualmente limitare le ordinanze ad aree circoscritte dove sono già avvenuti incidenti e possono rappresentare un pericolo per le piste. La Regione intende "aiutare" i sindaci a gestire questo problema e non lasciarli da soli.

G.Verdecchia, presidente della Associazione Abruzzo Freeride Freedom (promotrice della risoluzione dei divieti abruzzesi al freeride), ha introdotto tre punti fondamentali per l'analisi del problema. Il primo è che negli anni si è passati dallo "sci fuoripista" al "freeride" che viene praticato (quasi) esclusivamente con la "neve fresca" cioè quando nevica e dunque con un bollettino valanghe da tre in su. Dunque una ordinanza seppur limitata a pochi giorni, emessa quando nevica, di fatto proibisce il "freeride".
Il secondo punto è che in nessuna stazione sciistica delle Alpi, pur avendo i Sindaci lo stesso "problema", vengono emesse "ordinanze di divieto". Vi deve essere dunque un'altra soluzione e suggerisce di informarsi presso i sindaci delle Alpi su quale essa sia.
Il terzo punto è che in nessuna stazione della Alpi, in cui il freeride è praticato ormai largamente da anni, esistono delle zone interdette al freeride. Anche qui vale la pena informarsi presso i "responsabili della sicurezza". Questo perché in tali stazioni si individuano piuttosto le zone che potrebbero essere pericolose per le piste e si provvede a "bonificarle" con impianti fissi (le macrozone) o a mano con esplosivo (le microzone). Ovviamente il solo "interdire" alcune zone al freeride potrebbe essere il primo passo provvisorio, per poi passare alla bonifica.

A.Belmaggio, responsabile del CO.RE.NE.VA, sottolinea che le piste per legge hanno già una tutela generale dal "pericolo valanghe". Per mettere in funzione una pista il gestore della stazione ha bisogno del certificato di "idoneità valanghiva". Attualmente ne hanno rilasciati ben 91 in Abruzzo. Inoltre ogni stazione ha l'obbligo di avere il "Piano di sicurezza" ed un "Responsabile della Sicurezza" che deve aprire/ chiudere l'impianto se vi è pericolo valanghe e/o provvedere alla "bonifica" laddove esistono i mezzi per farlo, tipo i Gasex. Fatta questa premessa Belmaggio ritiene che nelle stazioni di sci Abruzzesi debbano assolutamente essere individuate delle zone sovrastanti le piste/impianti/infrastrutture dove è assolutamente proibito il freeride.

A.Cittadini - presidente del Collegio Guide Alpine Abruzzo - invita come prima cosa i Sindaci presenti ad istituire le "Commissioni Valanghe" che sono un valido supporto a questo tipo di problematiche.
Poi spiega, agganciandosi a quanto detto da Verdecchia, che è vero che il freeride si pratica con la neve fresca e con "pericolo valanghe" ma che i praticanti non sono "pazzi suicidi" ma sportivi appassionati di uno sport bellissimo che si può praticare in sicurezza con le dovute conoscenze.
Anche Cittadini evidenzia la necessità, anche nelle stazioni di sci Abruzzesi, di "bonificare" le zone sovrastanti le piste come si fa non solo nelle Alpi Italiane ma anche "oltralpe" in Francia, Svizzera ed Austria. Questa è la chiave di soluzione del problema "freeride/pericolo per le piste".
Cittadini specifica inoltre che il provocare una valanga in una stazione da sci, anche se non si coinvolge nessuno, è già di per se un reato penale (cosa che presuppone che il freerider informato ci faccia molta attenzione). Ovviamente innalzando il livello di conoscenza e di preparazione dei praticanti si otterrà anche maggiore sicurezza per questo sport e per tutti.

A. Belmaggio spiega anche che da anni è in corso di realizzazione una "carta delle valanghe" per alcune (non tutte) stazioni sciistiche abruzzesi, ma che ci vorrà almeno un altro anno per la sua ultimazione.
P.Pietrucci ( e anche A.Cittadini) dunque evidenzia che la strada che la Regione possa in tempi brevi effettuare una mappatura delle zone con pericolo valanghe per tutte le stazioni di sci appare un po 'lontana e non la soluzione che si cerca in questo momento. Chiede piuttosto ai Sindaci di attivarsi, sulla base dello storico degli incidenti accaduti ed altre rilevazioni, di poter loro individuare le zone "sicuramente" pericolose nelle loro stazioni.

G.Verdecchia richiede la parola per ringraziare i Sindaci di essere tutti venuti a questo incontro e chiede loro di spiegare esattamente quali sono i motivi che li inducono ad emettere le ordinanze.
Verdecchia racconta che dai colloqui passati con alcuni di loro, sa che i Sindaci ricevono dalla Meteomont ( o dalla commissione valanghe) una lettera che informa il Sindaco del pericolo valanghe in seguito alle forti nevicate e che intima loro di "proibire" lo sci fuoripista. Il Sindaco in questi casi si trova "costretto" ad emettere l'ordinanza.
Verdecchia inoltre chiede ai Sindaci un maggior dettaglio sulla questione incolumità "pubblica"(che riguarda la giusta tutela degli sciatori sulle piste) ed incolumità "privata" ( cioè la tutela del freerider). Questo secondo tipo di tutela sembra a suo avviso essere eccessivo, quasi incostituzionale.
Accenna inoltre che negli ultimi dieci anni (fonte www.aineva.it - incidenti) non vi sono mai stati morti sulle piste provocati da valanghe staccate da freeriders fuoripista. Vi sono invece circa 20 morti all'anno per valanghe in Italia ( come Francia, Svizzera ed Austria) divisi tra quattro specialità sportive : sci alpinismo, sci fuoripista, alpinismo, escursionismo). Circa 4 per il fuoripista.
Dunque la tutela degli sciatori sulle piste, seppur teoricamente giusta, non è fortunatamente supportata da una casistica di incidenti.

F.Di Donato, Sindaco si Roccaraso e Presidente della Associazione Maestri di Sci Abruzzo, evidenzia che oltre alla tutela degli sciatori sulle piste e dei freeriders, oggetto delle ordinanze, vi è un terzo aspetto, per loro fondamentale. I Sindaci sono esposti al rischio che, in caso ci sia un morto travolto da una valanga, "il magistrato" possa in qualche modo incriminarli.
Si sentono dunque una enorme responsabilità in tal senso, ed una ordinanza li mette "al riparo" da questa eventualità. Di Donato spiega anche che se ad esempio nevica la notte non vi è il tempo la mattina per riunire la commissione valanghe, o se nevica di sabato, con gli uffici comunali chiusi vi è perfino difficoltà a far scrivere la ordinanza , che deve essere affissa la mattina alla apertura degli impianti. Spiega inoltre che i suoi predecessori emettevano ordinanze che restavano valide tutta la stagione, mentre lui emette ordinanze solo quando nevica e di qualche giorno finché vi è pericolo valanghe, per un totale di forse 15 giorni a stagione.
Pietrucci replica che, anche facendo ordinanze solo quando nevica per qualche giorno, si impedisce la pratica del freeride che appunto si pratica principalmente in quei giorni e dunque non sembra essere la soluzione.
Di Donato conclude che effettivamente potrebbe essere utile verificare la giurisprudenza nei casi di incidenti per valanga nelle stazioni sciistiche, per vedere se e come sono stati coinvolti/ incriminati i Sindaci.

Nel corso del dibattito vi sono stati anche appunti e rilevi fatti dal rappresentante di Ovindoli, che chiede la partecipazione della Prefettura a cui loro devono inviare le ordinanze e del rappresentante di Rocca di Cambio che segnala che i bollettini valanghe meteomont sono per macro-aree e dunque talvolta non corrispondono alle condizioni locali della stazione.

Il Consigliere Pietrucci fa il punto conclusivo della riunione con l'intento di trovare una soluzione urgente da applicare già da questa stagione:
1) Chiede a tutti i presenti di cercare una soluzione per evitare tali ordinanze, informandosi in qualche modo su come viene gestito il problema dai Sindaci delle stazioni di sci nelle altre regioni che non emettono tali ordinanze.
2) Chiede a tutti di cercare di individuare delle aree da interdire al freeride già da questa stagione.
3) Chiede a tutti di partecipare ad una nuova riunione urgente tra 10 giorni ( giovedì 10 dicembre) avendo acquisito tali informazioni.
4) Pietrucci ribadisce che la Regione intende assolutamente aiutare e supportare in tutti i modi i Sindaci su questo problema, ma vuole trovare la soluzione per fare svolgere lo sci freeride e lo sci alpinismo in Abruzzo come nelle altre regioni italiane.


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo