Grotta a Male, Spedizione speleologica alla scoperta dei segreti del sottosuolo

Spedizione speleosubacquea a Grotta a Male: un nuovo passo per la conoscenza del sottosuolo abruzzese.
 Esplorate, «per la prima volta dal 1573», come dice una nota delle associazioni promotrici, «le camere sotterranee. Il 28 settembre scorso il mondo della speleologia è stato rivoluzionato da una spedizione speleosubacquea all’interno della Grotta a Male ad Assergi». Un gruppo di 17 speleologi delle associazioni Grotte e forre Abruzzo, Gruppo esplorazione speleologica Cai Pescara e dell’associazione subacquea World Activity club, ha portato a termine una dura spedizione all’interno della grotta scoperta dal capitano Francesco de Marchi nel lontano 20 agosto 1573. «La spedizione», prosegue la nota, «è scesa per circa 80 metri di profondità prima di raggiungere la sala De Marchi, dove c’era l’ingresso al primo lago. I due speleosub Sergio Agnellini (capo spedizione) e Francesco Mascioli (geologo, specialista in rilevamenti subacquei), si sono immersi arrivando fino a una profondità di 18 metri, dove hanno trovato due sifoni collegati con altri due laghi sotterranei. Il primo è costituito da un’ampia stanza senza uscita, mentre il secondo è costituito da un’altrettanto ampia stanza che ha uno sbocco allo stesso livello del primo lago, dove si erano immersi gli speleosub». Durante l’esplorazione, la profondità massima raggiunta dai due speleosub è stata di 32 metri e l’immersione è stata portata a termine in 30 minuti a una temperatura dell’acqua rimasta costantemente a 8 gradi. Per poter effettuare la spedizione sono stati trasportati, a 80 metri di profondità, ben 250 chili di attrezzatura molto delicata che è stata affidata al gruppo di speleologi che hanno organizzato l’esplorazione. Una spedizione pianificata meticolosamente fin nei minimi particolari. Per i sub, invece, le maggiori difficoltà sono state rappresentate dalla temperatura molto bassa dell’acqua e dal rischio di perdita di visibilità nei laghi sotterranei. «La spedizione», scrivono le associazioni promotrici, «ha permesso, per la prima volta nella storia esplorativa della grotta, di documentare con videoriprese i meravigliosi ambienti sommersi della cavità, nascosti, fino ad ora, alla maggior parte degli speleologi. Sono stati, inoltre, individuati nuovi passaggi sommersi che saranno sicuramente l’obiettivo di future esplorazioni.



Condividi

    



Commenta L'Articolo