"Distretto montano, soltanto proclami" - Sono ben altre le cose da fare per lo sviluppo

 

 Dall’ex sindaco di Castel del Monte Mario Basile riceviamo: «Non vorrei apparire quello che getta la solita acqua sul fuoco di un progetto o come il solito "gufo" (appellativo renziano usato per sbeffeggiare chi non è allineato!) a cui non va mai bene niente, ma mi suona stonata l'enfasi che viene messa sul Distretto Turistico del Gran Sasso "panacea di tutti i mali" e sugli interventi relativi alle zone montane previsti dalla Regione Abruzzo che parla di "svolta storica" nel prevedere fondi, anche sostanziosi, per un progetto di sentierismo di alta e bassa quota e per la promozione delle zone interne. Basterebbe, per il sentierismo di bassa quota e per la promozione, dividere il milione di Euro previsto per i 57 Comuni dell'area sismica 2009 e capire che ad ogni Comune andrebbero di media poco più di 17 mila Euro con i quali, non solo non risolverebbe i propri problemi, ma probabilmente neanche riuscirebbe a segnalare o a ripulire e sistemare qualche sentiero. Non mi sembra quindi di definire questo investimento finanziario una "svolta storica" anche perché non si danno obiettivi strategici in termini gestionali ed occupazionali di qualsivoglia progetto turistico da parte dell'ente che dovrebbe renderlo operativo. Bisogna poi considerare che i problemi della montagna sono tanti e di ben altra natura, basterebbe vedere che, mentre si parla della firma del decreto ministeriale sul Distretto Turistico del Gran Sasso, con la prima nevicata non si riesce ancora a capire se sul versante aquilano della montagna si scia, mentre sul versante meridionale viene subito sbarrato l'accesso da Castel del Monte alla strada per Campo Imperatore dove praticare lo sci da fondo. Per la pratica di tale sport, quando ero Sindaco feci un'intesa con l'Anas assumendomi tutta la responsabilità sull'apertura della strada e con l'allora assessore Pezzopane, riuscimmo anche a far deliberare un'apposita Legge Regionale allo scopo di attrarre un po' di appassionati per rendere "quantomeno più vivaci" i fine settimana per gli operatori del posto. Invece oggi la strada viene subito chiusa al transito mentre a stagione invernale avviata ci si parla addosso con ipotetici accordi di programma tra Province, di tavole rotonde in attesa di quelle quadrate e così via. Già anni fa, con la legge sulla montagna, si emanavano disposizioni per agevolazioni fiscali e tariffarie per chi avviasse attività economiche in montagna, ma né lo Stato, né la Regione hanno mai fatto nulla in favore di quelle zone interne dove la luce, il gas, l'Iva vengono corrisposte dai cittadini nella stessa misura di coloro che vivono in una città litoranea od operano in centri urbani dove il volume di affari è certamente superiore a quello di un piccolo paese in cui svolgere l'attività di fornaio, tener aperto un bar o un negozio di alimentari rappresenta più un servizio sociale in favore dei cittadini che un'attività per fare soldi. Il nostro presidente della Giunta D'Alfonso nella campagna elettorale parlò di "premialità fiscale", di un "conveniente sistema di tassazione", di "agevolazioni tariffarie" per coloro che pagano l'Imu su quella "seconda casa" in montagna che magari è quella eredita dai propri genitori, è quella dove sono nati e che conservano quasi per un senso di affezione sentimentale verso coloro che l'hanno edificata con i risparmi di una vita di lavoro e spesso da emigranti. Chiedo all'amico Presidente quali siano gli sviluppi di quelle proposte programmatiche e quali sono le risposte concrete ai problemi da me sollevati e che ho vissuto, nei decenni passati, in prima persona come amministratore».


 



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