Gran Sasso, domani riaprono gli impianti la Regione boccia la nuova seggiovia (Le Fontari)

 

 

 

 Sì alla sostituzione, ma sul vecchio tracciato. La commissione Via (Valutazione d’impatto ambientale) della Regione ha bocciato il nuovo progetto delle Fontari, che prevedeva uno spostamento e un allungamento del percorso della seggiovia. Gli ambientalisti esultano e chiedono che ora si apra una nuova fase di dialogo sul futuro del Gran Sasso, del resto già avviata dal vicepresidente della giunta regionale Giovanni Lolli. Intanto, in quota si sta lavorando per preparare le piste, e domani è prevista l’apertura dei seguenti impianti: Seggiovia Fontari, seggiovia Scindarella con le piste Mirtillo e Genziana. Le Fontari tornano in funzione, dopo l’intervento straordinario costato circa 100mila euro, in attesa che si decida cosa fare con i sei milioni già disponibili: al bando europeo per la realizzazione del nuovo impianto hanno risposto due ditte, ma le buste sono rimaste chiuse per diversi mesi, in vista della decisione della commissione. C’è chi già pensa di rispolverare il progetto del 2013, come aveva sollecitato il fronte ambientalista, che oggi canta vittoria: «Il tempo è stato galantuomo», ha commentato il presidente della commissione Territorio del Comune Enrico Perilli, «e dopo il verdetto sulla valutazione ambientale, si dovrà tornare al vecchio tracciato, con i piloni leggermente spostati, ma solo per evitare il rischio di scarrucolamento. La commissione Via ha raccolto le nostre istanze, ovvero la mancanza di studi sul vento e di torri anenometriche, e la presenza di vincoli che vietavano un allungamento del percorso. Possiamo dire che si sono persi due anni», aggiunge il consigliere comunale della Federazione della sinistra, «adesso è tempo di spegnere le polemiche e lavorare insieme sul nuovo piano di sviluppo del Gran Sasso, aprendo una discussione sul piano d’area, che dovrà essere ampliato e non limitarsi solo alla localizzazione degli impianti: va programmato anche un nuovo turismo estivo e sostenibile». È pronto al confronto anche il coordinamento Emergenzabruzzo, che riunisce Lipu, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo L’Orso, Wwf e Touring Club Italiano: «Sembra proprio che si stia andando verso quanto hanno sempre sostenuto le associazioni ecologiste», hanno commentato i rappresentanti del coordinamento, «che vedono ora premiate le loro iniziative per impedire la realizzazione di un devastante progetto, che avrebbe compromesso in modo irreparabile lo stato di conservazione di habitat e specie tutelate a livello nazionale ed europeo. Salutiamo», proseguono, «con grande favore la nuova stagione di collaborazione con la Regione, avviata con il vice presidente Giovanni Lolli e con il direttore del Parco Nazionale del Gran Sasso Domenico Nicoletti, basata su un rilancio delle attività economiche legate al turismo, insieme a un miglioramento della qualità dell’ambiente e del turismo stesso, in linea con il percorso teso a far riconoscere dall’Unesco le nostre montagne come patrimonio mondiale dell’umanità». «Gli interventi finanziati e in corso di finanziamento», aggiungono i rappresentanti del coordinamento ambientalista, «da parte della Regione (ammodernamento delle strutture turistiche esistenti; realizzazione, sistemazione e valorizzazione di una moderna e articolata rete di sentieri per escursioni giornaliere e trekking di lunga durata, anche su terreno innevato; importanti interventi di rinaturalizzazione del territorio) consentiranno il rilancio delle attività economiche legate al turismo, che potrà così procedere di pari passo con il miglioramento della qualità dell’ambiente».

- da Il Centro -


 

 



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