Parco Gran Sasso e SIC, Il centrosinistra si riunisce per non cambiare

IL DOCUMENTO DEL CENTROSINISTRA SUL GRAN SASSO La questione del rilancio turistico del comprensorio montano del Gran sasso d’Italia e la sua organizzazione e realizzazione da oltre un decennio anima la politica cittadina, spesso semplificandosi in un contrasto di posizioni opposte tra “sviluppisti” sostenitori di interventi sull’impiantistica invernale e “ambientalisti” favorevoli a un turismo pluristagionale e ad una infrastrutturazione leggera del territorio. Ma un grande limite, in questi anni, è stato rappresentato anche dalla mancata approvazione del Piano del Parco – che è fermo da 16 anni ed ha prodotto una applicazione indiscriminata di norme vincolistiche di salvaguardia – e dalla mancata attuazione del Piano d’Area, approvato nel 2004 e che non ha trovato mai realizzazione. Una tale situazione rischia di creare una ostilità grave e dannosa verso il Parco e verso una moderna idea di sviluppo montano sostenibile. Oggi però siamo in presenza di una importante novità che accresce notevolmente la possibilità di rilancio: l’area del Gran Sasso, grazie alla politica accorta del vicepresidente della Regione e del Comune dell’Aquila, gode oggi di ingenti finanziamenti per la realizzazione di importanti lavori come il sistema dei servizi da Campo Imperatore a Fonte Cerreto, gli interventi sull’Albergo di Campo Imperatore e l’ostello, la rete della sentieristica di alta e media quota finanziata dalla Regione e da questa affidata al Parco Ggml e ai Comuni competenti per territorio, l’ammodernamento dell’impiantistica dedicata agli sport invernali. Un monte finanziario che oggi si aggira intorno ai 18 milioni di euro, destinato a crescere con altri stanziamenti già richiesti e programmati. Siamo anche in presenza di altre importanti novità: una reale volontà di confronto politico e culturale che la Regione sta promuovendo dialogando con tutti (dalle associazioni ambientaliste alle Amministrazioni dei Beni separati di uso civico) e un ruolo attivo del Parco che, col nuovo Direttore, vuole dare impulso e certezza al ruolo dell’Ente. L’attrazione di interventi, anche di privati che investono nello sviluppo di un’area, ha come condizione primaria la chiarezza delle azioni politiche da intraprendere, un basso conflitto politico e sociale, una comunanza di obiettivi tra i vari attori coinvolti, pubblici, privati e del mondo dell’associazionismo. La riunione delle forze politiche del centrosinistra in Consiglio comunale svoltasi a Palazzo Fibbioni il 15/10/2015, alla presenza del Vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli, ha segnato uno storico passo in avanti avendo ricomposto, pur in presenza di sensibilità diverse che permangono, una proposta amministrativa ma anche politico-culturale che il centrosinistra aquilano offre a tutta la comunità. La condivisione di questa proposta, con i principali portatori di valori, bisogni, interessi ed aspettative nei confronti della nostra montagna, ha rappresentato un momento fondamentale per la definizione conclusiva di un indirizzo che nei prossimi mesi diventerà la “road map” per gli interventi da realizzare sul massiccio aquilano. Tutti i partecipanti all’incontro si sono trovati d’accordo con i valori e le strategie che daranno identità al Gran Sasso del futuro individuando gli interventi prioritari, da finanziare con tutte le risorse messe a disposizione dalla Regione, dallo Stato, dall’Unione Europea, e da qualificati soggetti privati che vorranno investire nel più assoluto rispetto di un’area così pregiata. Noi crediamo che: 1. Il Gran Sasso debba innanzitutto essere un Parco con i suoi attuali confini; con i Siti di Interesse Comunitario e con le Zone di Protezione Speciale; l’intero sistema montano abruzzese con la sua rete di Parchi e aree protette può candidarsi a diventare “Patrimonio culturale e naturale dell’Unesco” acquisendo uno straordinario valore attrattivo per il nuovo turismo di qualità in crescita in ogni parte del mondo. 2. L’Area del Gran Sasso deve essere un Distretto turistico: il primo Distretto turistico montano d’Italia nato con il coinvolgimento di tutti i protagonisti del territorio: i 60 Comuni (che insistono in gran parte nel cratere sismico), i naturali delle Amministrazioni separate di Uso Civico, gli operatori economici raggruppati nelle DMC, il Parco, i Laboratori di Fisica nucleare, le associazioni (il CAI, le Guide Alpine, ecc.), le stazioni sciistiche di Campo Imperatore e Prati di Tivo. Con il Distretto vogliamo inaugurare un modello di sviluppo condiviso che valorizza i Borghi, l’economia locale, le eccellenze del territorio, le tradizioni culturali e storiche. 3. Il Gran Sasso deve essere una moderna stazione invernale: realizzando tutte le strutture previste dal Piano d’Area e verificando insieme (o affidando) al Parco le necessarie valutazioni a cui dovranno essere assoggettati gli interventi e i progetti previsti in aree sottoposte a tutela ambientale (SIC e ZPS). Le principali azioni: restauro e recupero dei manufatti esistenti e loro riuso in servizi, smantellamento e sostituzione di tutti gli impianti sciistici obsoleti e inattivi, realizzazione di un grande percorso per lo sci di fondo e fondo-escursionismo centrato su Campo Imperatore, servito dagli impianti a fune esistenti, da quelli da ripristinare a Monte Cristo e da quelli da realizzare nella Fossa di Paganica, nonché dai punti di ristoro e sosta offerti dai predetti rifugi pastorali (es.: traversata Assergi – Campo Imperatore – Piano di Voltigno). 4. Il Gran Sasso deve essere una montagna che viva di un turismo pluristagionale e attragga visitatore e sportivi tutto l’anno: per questo bisogna sistemare e valorizzare una moderna e articolata rete di sentieri per escursioni giornaliere e trekking di lunga durata, promuovere l’arrampicata sportiva, individuare itinerari da percorrere a piedi, in mountain bike, free ride, a cavallo, sistemare i Rifugi del CAI e i tanti piccoli rifugi pastorali oggi per lo più in stato di degrado e abbandono. Prevedere estesi interventi di rinaturalizzazione, con aumento della qualità ambientale, del valore dei servizi forniti dall’ecosistema e dell’occupazione locale, limitazioni al traffico privato e restauro della viabilità minore (S.S. 17 bis dal bivio di S. Egidio all'Albergo di Campo Imperatore, reticolo di strade sterrate su Campo Imperatore, etc.), rinaturalizzazione dei grandi rimboschimenti a conifere ed eradicazione del pino nero nelle aree ove sta minacciando la vegetazione autoctona, recupero ambientale delle aree degradate e denudate (ruderi di Fossa di Paganica, cave). 5. Il Gran Sasso deve essere palcoscenico naturale per la realizzazione di grandi eventi: la tradizione secolare nel campo zootecnico e agro-silvo-pastorale con la presenza nella stagione estiva di numerosi pascoli all'alpeggio fa da sfondo alla consolidata esperienza fieristica della rassegna degli ovini che richiama ogni anno decine di migliaia di visitatori. Il rilancio economico del Gran Sasso passa per la capacità di estendere l'offerta anche ad altri settori e nell'arco di tutto l'anno attraverso l'organizzazione di eventi di simile portata in campo sportivo, ambientale e culturale.

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