Gran Sasso, prove di pace su impianti e sviluppo

 

 

 Il Gran Sasso ricuce il centrosinistra. Un tema, quello dello sviluppo della montagna aquilana, che ha tenuto banco negli ultimi mesi e ha fatto vacillare l’amministrazione Cialente, con Rifondazione Comunista più volte sul punto di mollare la coalizione. E proprio dal presidente della commissione Territorio Enrico Perilli è partito il “la” per la stesura di un documento programmatico, presentato con l’assessore Pietro Di Stefano e sottoscritto da tutti i consiglieri di maggioranza. Un documento che, trasformato in ordine del giorno, passerà al vaglio del consiglio comunale. A fare da collante anche il lavoro svolto dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, che ha aperto il confronto agli ambientalisti, cercando di mediare tra le varie posizioni, comprese quelle più “integraliste”. Il risultato è un atto che, in 5 punti, disegna il futuro del Gran Sasso, puntando sul turismo pluristagionale, e che soprattutto restituisce un ruolo decisionale al Parco, affidando all’ente tutte le valutazioni sui prossimi interventi previsti nelle aree vincolate. L’obiettivo è anche bloccare qualsiasi ipotesi di riperimetrazione dei confini, sia del Parco che di Sic (Siti di interesse comunitario) e Zps ( Zone di protezione speciale). A illustrare l’accordo raggiunto c’erano anche i consiglieri comunali Stefano Palumbo, Giustino Masciocco, Giuliano Di Nicola e Tonino De Paolis. Un incontro a pochi giorni dalla bocciatura, da parte della commissione Via della Regione, del nuovo progetto per la seggiovia delle Fontari, ma anche dalle ultime dichiarazioni del sindaco Cialente, che in un’intervista al Centro ha sottolineato l’ingessatura subìta dal Gran Sasso, a causa dei paletti ambientalisti e della mancanza del piano del Parco. Piano che dovrebbe essere approvato la prossima primavera. «Dopo 15 anni di scontri», ha commentato Perilli, «è finalmente arrivata un’intesa politica, che disegna a 360° il futuro della nostra montagna e indirizza anche i 18 milioni destinati al recupero e allo sviluppo infrastrutturale. Non appena verrà approvato il piano del Parco, avremo uno strumento urbanistico che consentirà di non utilizzare più le norme di salvaguardia, ma di guidare gli interventi previsti nel piano d’area. Siamo tutti d’accordo sulla necessità di smantellare e sostituire gli impianti di Montecristo, mentre sul tratto dalla Fossa di Paganica alla Scindarella sarà il Parco a pronunciarsi sul progetto esecutivo. Andrà quindi realizzata una rete di sentieri, per promuovere attività come l’arrampicata sportiva, free ride, l’equitazione e mountain bike. E abbiamo già il distretto turistico montano, unico in Italia, per valorizzare borghi ed eccellenze del territorio».
- da Il Centro -
 



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