Assergi, ecco i laghi sommersi della Grotta a Male

(Da Il Centro) Sono scesi a 32 metri di profondità, dopo essere entrati nella Grotta a Male di Assergi, scoperta il 20 agosto 1573 dal capitano Francesco De Marchi. Sono lo speleosub Sergio Agnellini di Città Sant'Angelo e il geologo Francesco Mascioli di Francavilla al Mare, i quali si sono immersi in uno dei due laghi sotterranei della grotta. Il gruppo era composto da 17 speleologi in rappresentanza delle associazioni Grotte e Forre Abruzzo, Gruppo Esplorazione Speleologica Cai di Pescara e dell'associazione subacquea World Activity Club di Francavilla.

La spedizione è scesa per circa 80 metri di profondità prima di raggiungere la sala De Marchi, dove era presente l'ingresso al primo lago. I due speleosub, Agnellini (capo spedizione) e Mascioli (geologo, specialista in rilevamenti subacquei), si sono immersi arrivando fino a una profondità di 18 metri, dove hanno trovato due sifoni collegati con altri due laghi sotterranei.

Il primo è costituito da un'ampia stanza senza uscita, mentre il secondo è costituito da un'ampia stanza che ha un'uscita allo stesso livello del primo lago dove si erano immersi gli speleosub. Durante l'esplorazione, la profondità massima raggiunta dai due speleosub è stata di 32 metri e l'immersione è stata portata a termine in 30 minuti a una temperatura dell'acqua costantemente a 8 gradi.

«Per ottimizzare la spedizione», spiegano gli speleologi, «sono stati trasportati a 80 metri di profondità ben 250 chili di attrezzatura molto delicata, utilizzata per l'esplorazione pianificando meticolosamente anche i minimi particolari».

Per quanto riguarda i sub, invece, le maggiori difficoltà sono state rappresentate dalla temperatura molto bassa dell'acqua e dal rischio di perdita di visibilità dei laghi sotterranei.

Ma alla fine tutto è andato per il verso giusto grazie, anche e soprattutto, alla grande preparazione e all'esperienza degli speleologi che hanno portato a termine la spedizione nel migliore dei modi.

«La spedizione», prosegue, «ha permesso, per la prima volta nella storia esplorativa della grotta, di documentare con videoriprese i meravigliosi ambienti sommersi della cavità, nascosti, fino ad ora, alla maggior parte degli speleologi».

Sono stati, inoltre, individuati nuovi passaggi sommersi che saranno sicuramente l'obiettivo di future esplorazioni.



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