L'Aquila, giovane medico di fama internazionale si toglie la vita

 

 

 

Aveva fatto parte di quel fenomeno che alcuni definiscono “migrazione d’elite”, ovvero quei giovani laureati che, malgrado talento e titoli, sono costretti a lavorare lontano dall’Italia, spesso messi fuori dai giochi dalla mancanza di spinte e conoscenze giuste. Di recente, però, aveva trovato lavoro all’ospedale dell’Aquila come ricercatrice ma, evidentemente, non le bastava o, comunque, non aveva ancora sconfitto la depressione che l’affliggeva. E l’altra sera, Luana Ricca, 38 anni, siciliana, ha deciso di porre fine alla sua esistenza. La tragedia è stata scoperta ieri e ha destato apprensione e commozione negli ambienti sanitari e tra la gente che abita in via Gualtieri d’Ocre, zona Villa comunale. Forse sulla tragedia ha inciso il fatto che era costretta, per motivi di lavoro, a stare lontano dal marito e dal figlioletto che sono a Roma. La Procura e la squadra mobile diretta da Maurilio Grasso hanno aperto un ’inchiesta e oggi verrà eseguita l’autopsia. Andando oltre la cronaca spicciola va ricordato che tempo addietro, sul blog di Sergio Nava di Radio 24, così Luana raccontò il suo caso che venne preso ad esempio tra le vicende dei cervelli in fuga. Parole che spiegano tutto. «Sono Luana» scrisse, «ho 36 anni, sono una mamma e un chirurgo. A 18 anni ho lasciato la mia famiglia e la Sicilia, dove sono nata, per studiare a Roma presso un collegio d’eccellenza (Residenza universitaria Lamaro Pozzani). Mi sono laureata in Medicina nel 2001, mi sono poi specializzata in Chirurgia Generale nel 2007 presso l’Università La Sapienza di Roma (nel minimo dei tempi consentiti), facendo nel frattempo degli stage all’estero: a Londra, a Barcellona e a Parigi. In assenza di possibilità di lavoro in Italia, appena specializzata, ho deciso di tornare a Parigi, dove mi hanno offerto un posto da chirurgo, gratificante in termini di responsabilità e remunerazione. Mi sono perfezionata tecnicamente in chirurgia digestiva (generale) per 2 anni. Ho poi deciso di rendere il mio profilo professionale più interessante, facendo ciò che mi piaceva di più, acquisendo delle competenze specifiche in chirurgia del fegato, delle vie biliari, del pancreas e in trapianti di fegato. Da più di 4 anni lavoro nel primo centro francese di trapianti di fegato e di chirurgia epato-biliare potendo beneficiare di una formazione d’eccellenza. Dal 2012 ho cominciato un doppio dottorato di ricerca (italiano e francese) in oncologia, alla ricerca di una via di ritorno per l’Italia». Inutile dire che una persona tanto in gamba avrebbe meritato un destino ben diverso.


 



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