25 anni fa fu abbattuto il Tornado di Bellini e Cocciolone

Era il 18 gennaio 1991, 25 anni fa esatti, quando un cacciabombardiere Tornado dell'Aeronautica militare italiana, con a bordo il pilota maggiore Gianmarco Bellini e il navigatore capitano, originario dell'Aquila, Maurizio Cocciolone, veniva abbattuto nei cieli dell'Iraq durante la prima guerra del Golfo, contro le truppe di Saddam Hussein che avevano invaso il Kuwait.

Si trattava, in concreto, del primo impiego bellico ufficiale dell'Italia dai tempi della Seconda guerra mondiale.

I Tornado italiani, nell'ambito della missione Locusta partecipavano all'operazione Nato Desert storm, facendo base sull'aeroporto di Al Dhafra ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti.

La notte di quel 18 gennaio, 48 ore dopo l'inizio della guerra, venne decisa la loro prima sortita operativa ma le pessime condizioni meteo non permisero ai piloti di fare rifornimento in volo, costringendo tutti gli equipaggi tranne uno a far rientro alla base.

Bellini e Cocciolone furono gli unici a rifornire e, come stabilito, decisero di procedere, attaccando e distruggendo i target prima di essere colpito dalla contraerea irachena.

Quella che segue, documentata dall'Aeronautica militare, è la registrazione originale di quegli attimi, tratta della scatola nera del Tornado italiano.
I due ufficiali si lanciarono sul deserto mentre l'aereo volava a 30 metri d'altezza a quasi 1000 chilometri orari.

Furono catturati e fatti prigionieri. Per 2 giorni non si seppe nulla di loro fino a quando, il 20 gennaio, fu diffuso un video con l'interrogatorio del capitano Cocciolone.

Aveva il volto tumefatto, vittima di pestaggi e torture, ma era vivo.

Fino a marzo, invece, non si ebbero notizie del maggiore Bellini. A guerra finita, però, entrambi gli ufficiali furono rilasciati e tornarono in patria dove potettero finalmente riabbracciare i propri familiari.


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo