Scomparsa di Franco Villani, il ricordo di Federico Fiorenza

 

Con Franco ci siamo salutati l'ultima volta dopo un caffè mentre lui andava in una scuola a incontrare degli studenti; i suoi occhi, belli e luminosi come le persone che hanno passione e amore per gli altri, erano pieni di una malinconia mai avvertita in un uomo sempre pieno di sorrisi, di voglia di fare, di progetti da raccontare. Ieri mattina ho capito cosa era quella malinconia, quel velo nero. Voglio parlare con te, caro Franco, ancora una volta, fino a oggi, quando ti saluteremo in quella nostra splendida San Bernardino, come accade in palcoscenico dove si vive ogni sera di nuovo e poi di nuovo, e ancora. Non posso essere triste, dai... lo nascondo bene, perché con te non mi è stato mai possibile, con quel tuo teatro pieno di colori, di allegria, di una umanità cosi vera, così presente nel nostro quotidiano, dove l'uso del nostro dialetto ci ha divertiti ma anche avvicinati alle nostre radici. Non abbiamo mai avuto modo di usare la spocchia molto stupida del teatro professionale verso quello di cui sei maestro. Come ci stiamo divertiti quel giorno con Proietti quando venisti a chiederci la disponibilità del Teatro Comunale per organizzare il Festival nazionale del teatro amatoriale e Gigi ci stupì con il suo apprezzamento per il tuo lavoro e per quello che il teatro amatoriale rappresenta come promotore e formatore di pubblico per tutte le forme di teatro. Eri molto soddisfatto di quell'incontro e poi abbiamo presentato insieme il Festival al Comunale con la collaborazione di quel Tsa.
Quante volte ci siamo confrontati sulle differenze tra il teatro pubblico e quello amatoriale, quanti come Te hanno capito che le differenze sono una ricchezza l'uno per l'altro, che questa città ha avuto il privilegio e lo ha ancora di avere un humus teatrale così importante da aver memoria di protagonisti di eccellenza nazionale nell'uno e nell'altro teatro. Sei stato drammaturgo, regista e un maestro di teatro e di vita; il tuo Gruppo un luogo della cultura e della condivisione dei valori più importanti della storia e della memoria della nostra collettività. Il teatro è il luogo della passione, del sacrificio, della cosciente rinuncia a parte del proprio privato e la tua fortuna è stata quella, rara, di avere al tuo fianco la compagna sia di palcoscenico che di vita. La presentazione del libro che racchiude i tuoi tantissimi anni di attività che ho caro e che testimonia gli innumerevoli spettacoli di successo, la attività unica nel Teatro amatoriale per numero di spettacoli, di spettatori, di teatri visitati sia in Italia che all'estero, rappresenta la tua volontà di dare continuità e memoria al lavoro di tanti attori che hanno recitato e sono stati impegnati per tanti anni nel tuo Gruppo. Se si sfoglia come un libro delle memorie troviamo nei nomi e nelle foto una piccola storia della nostra città, la sua evoluzione dagli anni 50 ai giorni nostri e questa è la più forte testimonianza di quanto Tu hai rappresentato per questa città, per come la hai rappresentata e fatta conoscere attraverso gli spettacoli in molti teatri.
Caro Franco, quando ti vedo vicino, vivo e presente, sempre in questo palcoscenico che è la vita, non posso che essere felice di quanto mi hai dato. Domani non ce la farò e come adesso, scusami, adesso piango.
Federico Fiorenza

 



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