Sì al referendum sui confini del Parco, il Comitato promotore canta vittoria

 

 

Si farà il referendum per la ridefinizione dei confini del Parco Gran Sasso Laga e dei Sic, i Siti di interesse comunitario, e delle Zps, le Zone di protezione speciale, che interessano la montagna aquilana.
L’amministrazione, nella deliberazione di giunta dello scorso 15 gennaio, ha approvato le modifiche al regolamento sui cosiddetti istituti di partecipazione attraverso una proposta che dovrà passare per il vaglio del Consiglio comunale.
Il procedimento tende a sanare la lesione di un diritto normativo che, nei fatti, impediva alle cittadinanza di esprimersi attraverso referendum consultivi. L’amministrazione ha preso piena coscienza di una questione sollevata a gran voce dal comitato Save Gran Sasso che si era fatto promotore di un referendum per rivedere i confini delle aree protette nell’ottica di infrastrutturare la stazione sciistica di Campo Imperatore.
 Il Comitato promotore canta vittoria, visto che la richiesta per l’indizione del referendum popolare si era arenata proprio sul regolamento comunale e per questo era stato richiesto l'intervento del prefetto. Gli esponenti si erano  simbolicamente imbavagliati, nello scorso autunno, per denunciare il vizio di forma che aveva fatto naufragare l’iniziativa popolare. Ovvero la composizione del comitato dei garanti a cui va sottoposta la proposta di referendum. La presenza, tra i tre membri, di un giudice, prevista dallo Statuto comunale, è stata osservata dal Csm per ragioni di incompatibilità.
Intanto, è stato fissato al 1° febbraio il collaudo dell’Ustif, che darà il via libera all’impianto di illuminazione della funivia di Fonte Cerreto e alla corse notturne. L’intervento, che ha subìto rallentamenti a causa dei paletti opposti dal Parco, è costato circa 40mila euro. Sul fronte del referendum, il portavoce del Comitato “Save Gran Sasso”, Luigi Faccia, annuncia che “ora la delibera dovrà passare in commissione e poi in consiglio comunale, ma questa intanto è una bella vittoria. E sono già tanti gli aquilani felici della notizia e desiderosi di iniziare la raccolta di firme. È la dimostrazione che L’Aquila sente la problematica e vuole dire la sua”. Soddisfatto anche Fausto Tatone: “Il Comune ha praticamente ammesso il suo errore e sta correndo ai ripari. Una bellissima vittoria, ottenuta con il rispetto delle regole, con l'intervento serio e capace dei nostri avvocati, ma soprattutto con il pungente contributo dei nostri sostenitori. La pressione creata è stata veramente forte. Noi continueremo, per consentire alla città di esprimersi su un argomento troppo importante per essere lasciato in mano a pochi: far diventare il nostro territorio una grande attrattiva turistica una volta per sempre, anche attraverso le attività rurali, da troppo tempo dimenticate, per ridare slancio e vigore all’intera economia della valle, ancora ferita”.




 



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