Torna il Carnevale di Cesaproba Domenica 7 febbraio

 Torna dopo ben 16 anni (l’ultima edizione risale al 2001) il Carnevale di Cesaproba, una manifestazione che aveva raggiunto altissimi livelli tecnico-qualitativi nella preparazione dei carri allegorici e che attraeva migliaia di persone assiepate lungo tutto il percorso della sfilata. Appuntamento per domenica 7 febbraio. «La kermesse carnascialesca di Cesaproba», spiega Mario Francesco Durastante, «affonda le sue radici nel passato,nei riti propiziatori che i nostri antenati, che all’epoca vivevano esclusivamente di pastorizia e dei pochi frutti che riuscivano a carpire dalla dura terra, usavano inscenare nel passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile che doveva essere festeggiata con dovizia facendo grandi schiamazzi per allontanare gli spiriti malvagi indossando anche maschere spaventose». Nel corso degli anni «la manifestazione si è evoluta adattandosi ai tempi, i riti pagani propiziatori di buoni raccolti hanno lasciato spazio alla goliardia e alla capacità recitativa di alcuni nostri compaesani, alla loro irriverenza, prima di tutto verso se stessi, poi nei confronti di chiunque altro, pur di suscitare l’ilarità dei presenti con i loro indimenticabili ed esilaranti sketch. L’avvento della televisione ha portato al carnevale moderno, perlomeno come i più lo ricordano, le prime immagini del più famoso carnevale d’Italia, quello di Viareggio, hanno scatenato la fantasia e la voglia di cimentarsi nella realizzazione dei colossi di cartapesta dei mastri cesaprobani. Ed ecco dunque che nelle edizioni più recenti si assiste ad un proliferare di carri allegorici di pregevole fattura realizzati con la tecnica della cartapesta ed improntati principalmente alla satira politica, all’attualità più stretta e per la gioia dei più piccini al mondo dei cartoni animati. La sfida è lanciata, con il patrocinio del Comune di Montereale, la collaborazione delle Pro-loco di Montereale e Ville di Fano, la partecipazione delle scolaresche dell’Istituto Don Milani di Pizzoli e del Silvestro dell’Aquila».

 
 



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