L'Albero Maledetto

Assergi: frammenti di vita vissuta - l'Albero Maledetto
postato da cifone [26/04/2007 12:54]
La mia bisnonna Domenica, detta la "Sciusciona" aveva "j'orte a peje la
valle" (l'orto nella valle bassa - n.d.r.), confinante con quello della
sorella Massimina; sul suo orto cresceva un albero, un olmo che, per
esposizione, mandava l'ombra nell'orto della sorella dove Massimina si
riposava, cosa che non faceva piacere alla mia bisnonna perchè si riteneva
proprietaria non solo dell'albero ma anche dell'ombra!
Non doveva correre buon sangue tra le due sorelle visto che la mia bisnonna
le ripeteva: "che stu' sole te pozza cecà" e Massimina le rispondeva: "te
dicesti a te pigliasti". Fatto sta che la mia bisnonna morì cieca!
Da allora quell'albero divenne .... l'Albero Maledetto!
Passano gli anni, gli orti furono abbandonati come purtroppo avviene ed un
bel giorno l'olmo crollò a terra, tanto era vecchio!
Non potevo lasciarlo lì e così decisi di portarlo in segheria, un pò per
farne legna ma soprattutto per mantenere un ricordo di due donne anziane
alle quali ero molto legato.
Contattai il trasportatore, convenimmo il compenso e ci demmo appuntamento;
quando arrivò mi disse che non valeva assolutamente la pena di portarlo in
segheria perchè il legno era fradicio e non ne avrei ricavato neanche legna
da ardere ma io, testardo, decisi di portarlo lo stesso!
Lo sramò, lo tagliò in tronchi da due metri (la giusta misura per farlo
salire sul cassone del camion), caricò e lo trasportammo.
Anche il titolare della segheria, quando vide di cosa si trattava, mi
sconsigliò di tagliarlo ma io insistetti; mi disse che la lama avrebbe fatto
tagli ogni nove centimetri di spessore ma che di tavole ne avrei ottenute
pochissime ed il tutto si sarebbe trasformato in segatura ed ogni volta che
la lama tagliava erano 10.000 lire (tanti anni fà); gli dissi di tagliare
comunque perchè, per me, era importante anche ottenere una sola tavola; non
era per il legno ma per il ricordo.
Notai gli sguardi ironici che si scambiarono il trasportatore ed il
titolare, l'atteggiamento dell'operatore che sistemava il primo tronco sotto
la sega ed i sorrisi quando la lama attraversò il legno senza resistenza,
tanto si sbriciolò!
"Che faccio continuo?" Mi domandò il titolare?
Gli risposi di sì: "fino a tagliare tutti i tronchi" e rimasi ad osservare
speranzoso raccontando la storia di quell'Albero Maledetto.
La mia testardaggine o la mia stupidità come la consideravano, si trasformò
in partecipazione; non sogghignarono più, i loro sguardi divennero attenti,
nei loro occhi si leggeva la delusione quando la lama affondava "a vuoto" e
fu bellissimo l'urlo di gioia quando una tavola uscì integra, poco mancò che
ci abbracciamo tutti.
Risultato! Dei dodici metri di albero, ricavammo solo due tavole (scrivo al
plurale perchè ormai quell'albero era diventato di tutti noi)!
Il titolare della segheria non volle nulla per il lavoro ed anzi mi disse:
grazie!
Il trasportatore mi offrì da bere e si fece pagare solo la metà del compenso
pattuito!
Uscimmo tutti più "ricchi" da quella esperienza: ricchi "dentro", ricchi di
aver fatto qualcosa di bello; un vecchio albero che ha condizionato la vita
di due donne morte mezzo secolo fà e che, oggi, ci lascia un ricordo
bellissimo!
P.S. delle due tavole, una fa da spalliera al letto di un mio amico e
l'altra fa da arredamento al camino di casa.
by Cifone
Sarei curioso di sapere se dopo il terremoto le due tavole sono ancora al
loro posto.

Ti ringrazio per il grosso ed utile lavoro che stai compiendo sul tuo sito,
che sarà un mezzo potentissimo per monitorare e controllare la
ricostruzione.
Il campanile del paese, il suo cuore,  scandisce ancora il trascorrere del
tempo?
Astorre Bellisario, che d'ora in poi mi siglerò con Aldo. mio secondo nome.



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