A’ MADONNA DA’ MUNTAGNA

 

 

 


La devozione popolare e le espressioni religiose, sono presenti anche sui monti, in luoghi spesso impervi o non facilmente accessibili, dove il popolo e gli anacoreti radicavano la loro fede profonda, in posti appartati, lontani dalla quotidianità, particolarmente idonei all’ascesi spirituale e idealmente più vicini al Cielo. Ne abbiamo esempi tangibili anche sulle montagne abruzzesi, cosparse di santuari e di luoghi di culto millenari. Tra questi, figurano anche moltissimi santuari mariani, molti dei quali furono eretti in seguito ad eventi miracolosi o ad apparizioni della Vergine.
Anche nella provincia aquilana, sono molti i luoghi di fede che elogiano il culto di Maria: oltre alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio (AQ), il Santuario della Madonna d’Appari (Paganica), il Santuario della Madonna Fore (San Giuliano), il Santuario di Santa Maria del Monte di Paganica con l’Abbazia di Santa Maria di Casanova al margine dell’altipiano di Campo Imperatore,  la Chiesa di Santa Maria Assunta di Assergi, e la Chiesetta della Madonna della Neve di Campo Imperatore che nel 1993 fu benedetta da Papa Giovanni Paolo II,
la Chiesetta di Santa Maria ai Carboni sul pianoro delle Locce che faceva parte del Monastero di Santa Maria di Casanova, il Santuario Santa Maria di Roio (AQ), il Santuario Santa Maria di Pietraquaria sul monte Salviano (Avezzano), la Madonna di Valleverde (Barisciano), il Santuario di Santa Maria della Neve (Bugnara), il Santuario della Madonna di Coccia (Campo di Giove), Il Santuario della Madonna della Ritornata  (Civita d’Antino), Il Santuario di Santa Maria Apparente (Campotosto), la Madonna di Pietrabona (Castel di Ieri), dove la Madonna sarebbe apparsa sopra una parete rocciosa [donde il nome Pietrabona], il  Santuario Santa Maria sell’Eremita (Castel di Sangro), il Santuario di Santa Maria del Monte (Civita d’Antino), la chiesa di Santa Maria ad Criptas (Fossa), la chiesa di Santa Maria delle Grazie (Gioia dei Marsi), il Santuario Madonna del Fulmine (Massa d’Albe), il Santuario di Santa Maria del Colle (Pescocostanzo), il Santuario di Maria Nera di Monte Tranquillo (Pescasseroli), il Santuario di Santa Maria della Portella (Rivisondoli), il Santuario della Madonna del Casale (Rocca Pia), Il Santuario della Madonna del Lago (Scanno), il Santuario di Maria Santissima dell’Oriente (Tagliacozzo), l’Eremo di Santa Maria al Morrone (Sulmona), il Santuario della Madonna della Lanna (Villavallelonga) e tanti altri.
La maggior parte di questi luoghi di culto nacque in seguito ad eventi miracolosi o ad apparizioni della Vergine,
In un intreccio di fede, storia, leggende e folklore, il  culto mariano si è sviluppato in moltissimi luoghi montani, dove la gente - da molti secoli - si ritrova insieme a pregare, cantare e ballare, circoscrivendo un fenomeno che è anche sociale, oltre che religioso.
Anche in Calabria, come in Abruzzo, il culto Mariano e il folklore religioso, sono molto sentiti.
Nel cuore del massiccio dell’Aspromonte - in una piccola valle immersa in un ambiente naturale grandioso - sorge il Santuario della “Madonna della Montagna” di Polsi,  circondato da gole profonde, corsi d’acqua, foreste, rupi scoscese e ripidissimi pendii, dominati dalla vetta suprema del Montalto.
Il culto mariano aspromontino - nel piccolo borgo di Polsi - ha origini antichissime, e molte leggende raccontano la sua nascita.
La più popolare narra che, nel 1114,  un giovane pastore si spinse sulla montagna nella ricerca di un giovenco smarrito: lo ritrovò intento a dissotterrare  una Croce in ferro di tipo orientale e, dopo averla estratta, s’inginocchiò di fronte ad essa. Nello stesso istante apparve  la Madonna con il Bambino in braccio che, rivolta al mandriano, manifestò il desiderio di vedere eretto in quel luogo un santuario a Lei dedicato.
 La fondazione del tempio santuario avvenne al tempo di Ruggiero II di Sicilia (1095-1154), conosciuto anche come Ruggero il  normanno, che fu re di Sicilia, Puglia e Calabria  (1113 - 1154), e al suo interno fu custodita la Santa Croce del miracolo di Polsi, che ancora oggi può essere ammirata. Successivamente furono accolti anche due magnifici simulacri della Madonna della Montagna: uno monumentale - opera siciliana del XVI secolo - scolpito in pietra tufacea dipinta, e l’altro più leggero in legno. Il primo Troneggia nell’ampia nicchia dell’altare maggiore dal 1570 e per tradizione viene rimosso ogni cinquanta anni per la Celebrazione dell’Incoronazione e portato in processione, il secondo viene utilizzato per le cerimonie annuali e per quelle che si tengono nei numerosi  comuni e località calabresi e siciliane che per tradizione secolare venerano e onorano la “Madonna della Montagna”.  
Il poeta calabrese Domenico Caruso e il musicista aquilano Camillo Berardi hanno dedicato alla Vergine aspromontina  il componimento A’ Madonna dâ Muntagna (Alla Madonna della Montagna) del quale  viene pubblicato il testo in vernacolo e la traduzione in lingua.


A’ Madonna dâ Muntagna 
      (Alla Madonna della Montagna di Polsi)   
       
Versi di Domenico Caruso
Musica di Camillo Berardi

Sup’Asprumunti c’è ’na gran Signura,      
Maria di la Muntagna esti chiamata:                 
jèu mu’ l’arrivu no’ cci vìju l’ura                     
e no’ mi stancu di la caminata.                     

E comu i nostri patri sonu e cantu,          
’u cori ’n manu a’ Vèrgini presentu
e no’ mi movu di lu locu santu                 
se no’ si poni fini o’ me’  tormentu.   
          
                               Rit.     Matri adorata, no’ m’abbandunati                  
                                         ca’ li bisogni me’ Vu’ li sapiti,                 
                                         vògghju gridari pe’ tutti li strati:       
                                        “Veniti genti e di prèju ciangiti!”    

Rigina chi lu Celu cumandati, 
la paci sulu Vu’ potiti dari:   .
pecchì pentutu su' di li peccati,   
li Vostri gran virtù vògghju lodari!   

E quandu a la me’ casa jèu ritornu           
mi sentu veramenti ricriari                
e pregu la Madonna notti e jornu      
pe’ li figghjòli e li perzuni cari.            


 

 
Alla Madonna della Montagna  
                        (Traduzione in lingua)


Sull’Aspromonte c’è una gran Signora,
Maria della Montagna è chiamata:
io a raggiungerla non vedo l’ora
e non sono stanco della camminata.

E come i nostri padri suono e canto,
il cuore in mano alla Vergine presento
e non mi muovo dal luogo santo
se non si pone fine al mio tormento.

                         Rit.     Madre adorata, non mi abbandonate 
                                    perché i miei bisogni Voi conoscete, 
                                    voglio gridare per tutte le strade:
                                    “Venite gente e di gioia piangete! “

Regina che il Cielo comandate,
la pace solo Voi potete dare:
poiché sono pentito dei peccati
le Vostre gran virtù voglio lodare!

E quando alla mia casa io ritorno
mi sento veramente ricreare
e prego la Madonna notte e giorno
per i giovani e le persone care.

 



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