La battaglia del crocifisso che non c'è...

 

Dopo le numerose critiche dei giorni scorsi sulla mancata collocazione del crocifisso nell'aula consiliare, uno scambio di opinioni molto acceso sul tema, prosegue sui profili facebook.

Tutto è nato e si è sviluppato in Rete, sulla pagina Facebook del parroco di Tempera, don Giovanni Gatto. In un post ha ringraziato l’arcivescovo Giuseppe Petrocchi per l’intervista rilasciata ad Avvenire con cui ha bollato come «triste» e «dissonante» l’assenza del simbolo sacro.


Il primo a intervenire è stato

Padre Quirino Salomone: «Non si tratta di risorgere, il meglio di questa nostra città non è mai morto, forse ostacolato, ma non saranno quei tre e mezzo poverini bisognosi di affetto e accattoni di potere ad impedire agli aquilani veraci, agli eredi della potenza spirituale di Bernardino da Siena, Giovanni da Capestrano, Cesidio da Fossa, Vincenzo di L’Aquila... di restare saldi nella fede dei padri e nelle gloriosa tradizione civile di questa città».
IL SINDACO
Pepata la replica del sindaco Cialente: «Caro Quirino, sai bene che in molti edifici pubblici ricostruiti dopo il sisma, il crocifisso non è stato inserito, così come sai che in alcune aule pubbliche, con il tempo, è di fatto mascherato dagli arredi. Il nuovo tribunale non ha il crocifisso, e così tanti luoghi pubblici. Nessuno ne ha fatto battaglia o dato notizia. Questa vicenda è solo una strumentalizzazione politica, per come è nata e per come si svolge. Mi chiedo se i tre poverini e mezzo sono coloro che hanno votato per il principio della laicità dello Stato e quindi il rispetto comunque di regole che l’Italia ha, oppure se lo sono coloro che si sbracciano per il crocifisso in luoghi istituzionali e ma poi lamentano la presenza di “troppe voci straniere” nella nostra città o portano
avanti linee politiche xenofobe.

Credo che oggi sia arrivato il momento di scrollarsi di dosso le ipocrisie dei sepolcri imbiancati. e verificare i veri comportamenti, quelli degli effetti pratici delle azioni, soprattutto politiche e dei quotidiani comportamenti.

Mai come oggi essere cristiani comporta lo schierarsi nettamente da una parte o dall'altra. Papa Francesco lo fa, ed attacca anche i potenti, dice pane al pane, vino al vino.

Forse dovremmo cominciare a farlo tutti. La storia, in questo momento, non accetta ignavi, od opportunisti. Ero deputato quando pluridivorziati e pedofili difendevano i sacri vincoli della famiglia e conducevano battaglie contro i diritti civili degli omosessuali. Il nostro Cristo Gesù li avrebbe scacciati dal Tempio. Se all'epoca la CEI l'avesse fatto forse oggi l'Italia sarebbe migliore, dal punto di vista morale. Ciascuno di noi è però ancora in tempo.

DON GIOVANNI GATTO

L'importante è chiarire tutto con serenità, ovviamente senza strumentalizzazioni.

MASSIMO CIALENTE

Caro Don Giovanni, dobbiamo forse interrogarci tutti un pochino di più. Per troppi anni ciascuno di noi ha guardato dall'altra parte. Troppe mani, mentre qualcuno soffriva, ci si sono lavate le mani, nascondendosi dietro al perbenismo o peggio ancora al conformismo dei più forti.

DON GIOVANNI GATTO

Qui hai ragione caro Sindaco. Ok. Un abbraccio



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