Assegnazione dei migranti I sindaci ora alzano la voce

 La questione migranti diventa un caso politico. Dopo le prese di posizione di alcuni consiglieri comunali dell’Aquila (sia pro che contro), dopo l’assemblea a Fossa per bloccare l’arrivo di 50 migranti (il 10 per cento della popolazione attuale del paese) oggi prende posizione il sindaco di Pizzoli, Giovannino Anastatasio. Anastasio premette che «il Comune di Pizzoli è da sempre accogliente nei confronti dei migranti e dei richiedenti asilo. In una recente riunione in prefettura è stato, però, evidenziato ai sindaci presenti un programma di riparto di migranti, deciso unilateralmente dalla Prefettura e senza concertazione alcuna con i sindaci dei comuni interessati, riparto che prevede per il comune di Pizzoli un massimo di ingresso di 106 unità di migranti, tenendo conto di quelli attualmente già in loco: dal canale privato degli affittacamere è prevista un’accoglienza massima di quaranta migranti, dal canale privato dell’Arci un’accoglienza massima di sedici migranti, che poi diventerà progetto Sprar, e dal canale privato di un’altra associazione denominata Eta Beta, collegata a un proprietario di case di Pizzoli, è prevista un’accoglienza massima di cinquanta migranti, per un totale quindi di 106. Tale numero, rapportato alla popolazione di Pizzoli, è esorbitante non di per sé, ma confrontato sia al dato insignificante degli altri comuni assegnatari, tra cui anche Comuni come Avezzano, Sulmona e L’Aquila – i quali sono destinatari, in proporzione, di un numero molto più basso di migranti – e sia al fatto che non tutti i Comuni della provincia dell’Aquila sono destinatari di tale assegnazione. Da tale riunione è emerso che i migranti sono e saranno assegnati e gestiti direttamente dalla Prefettura mediante bandi rivolti ad associazioni private e senza coinvolgimento alcuno delle autorità locali di pubblica sicurezza e dei titolari della gestione dei territori comunali, i sindaci appunto: infatti, tale canale di flusso dei migranti e di contestuale finanziamento è esclusivamente rivolto alle associazioni e non prevede l’interessamento dei comuni sede del territorio di assegnazione. Tale modo di procedere alle assegnazioni da parte della Prefettura, casuale ed occasionato esclusivamente dalla richiesta di privati-associazioni e che non tiene in debito conto gli equilibri del contesto sociale di assegnazione, realizza un effetto numerico al limite della compatibilità con le esigenze di ordine pubblico ed un inspiegabile squilibrio tra gli interessi degli abitanti del paese e quello delle persone migranti assegnate, snaturando totalmente l’obiettivo di fondo dell’accoglienza e dell’inserimento nel contesto sociale della comunità di assegnazione».

da - Il Centro -

 



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