Frazioni, tanti ritardi ma finalmente qualcosa si muove

Sconta tra i 12 e i 24 mesi di ritardo, sul cronoprogramma, la ricostruzione delle 48 frazioni. Ma solo quest’anno, le pratiche istruite hanno doppiato quelle del centro storico della città. Segno che la macchina si è messa finalmente in funzione ed entro la fine del 2016, secondo il Comune, partiranno i primi cantieri nei centri storici delle 13 frazioni individuate come prioritarie, e cioè Onna, Bazzano, Paganica, Tempera, Camarda, San Gregorio, Civita di Bagno, Colle di Roio, Roio Poggio, Roio Piano, Santa Rufina, Bagno Grande e Ripa, Arischia. La mappa della situazione è stata delineata durante la commissione Territorio, convocata dal presidente Enrico Perilli, alla presenza dell’assessore Pietro Di Stefano, del dirigente Vittorio Fabrizi, del titolare dell’Usra, Raniero Fabrizi. Per le associazioni di categoria hanno partecipato il presidente dell’ordine degli Ingegneri, Elio Masciovecchio, e per l’ordine dei Geometri, Ermanno Lisi. «Continueremo a monitorare l’andamento dei lavori», ha commentato Perilli, «e il rispetto delle tempistiche annunciate. I primi cantieri nei centri storici delle 13 frazioni prioritarie dovrebbero partire entro la fine di quest’anno, ma noi crediamo più attendibile l’inizio del 2017. Nelle prossime sedute l’assessore alla ricostruzione Di Stefano presenterà una proposta di normativa per la tutela dell’identità storica e della struttura delle frazioni: è emerso infatti il problema della mancanza di norme certe sul recupero di case e aggregati che verranno demoliti e ricostruiti, serve un indirizzo comune per mantenere la fisionomia iniziale. Da affrontare anche la questione dei sottoservizi, che ancora non viene presa in esame». Il primo dato significativo è che nelle 13 frazioni è stato istruito circa il 50% delle schede parametriche della cosiddetta prima fase, con percentuali più basse per la seconda fase, la cui istruttoria parte entro 90 giorni dalla fine della prima. «Per le altre frazioni rimanenti», ha aggiunto Perilli, «è stata decisa una strada diversa, non verrà utilizzata la delibera 122, che ha permesso di dividere le aree in comparti in base agli indici rappresentanti dalla presenza di prime abitazioni e attività commerciali. Le pratiche delle altre 35 saranno esaminate a seconda dei tempi di presentazione delle domande. Una scelta che non trova però d’accordo i tecnici». L’assessore Di Stefano ha ribadito che, una volta che i soldi sono in cassa, vanno spesi velocemente, imputando la colpa ai ritardi con cui vengono fornite le integrazioni richieste ai progetti. Diverso il punto di vista del presidente degli ingegneri Masciovecchio, che ha invece rimarcato la lentezza con cui vengono rilasciati i permessi a costruire. Altro punto sottolineato da Masciovecchio, il fatto che il prezziario regionale per la ricostruzione risalga al 2007 e non sia stato adeguatamente aggiornato. Tornando ai dati diffusi dall’Usra, l’anno passato, prendendo come riferimento il 2014, i contributi definitivi emessi sui centri storici delle frazioni si sono attestati intorno al 5% del totale, mentre quest’anno, prendendo come riferimento il 2015, superano di poco l’8%. Per il 2014, il Comune dell’Aquila ha erogato 368 milioni di euro, di cui soltanto 20 per i centri storici delle frazioni. Per il 2015, ha erogato 506 milioni, di cui oltre 41 milioni per 23 delle 48 frazioni e circa 465 milioni per il centro storico della città.
- da Il Centro -


 



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