Il Comune di Fossa dice no ai migranti

 

 

 

L’amministrazione comunale di Fossa dice no all’accoglienza dei profughi, in base anche a una petizione popolare firmata dalla maggioranza dei cittadini del paese. «Il consiglio ha fatto propria una petizione popolare firmata da oltre metà della popolazione residente», afferma il vicesindaco Fabrizio Boccabella, «e pertanto metteremo in campo tutte le azioni istituzionali possibili per dire no alla possibilità di allocare cinquanta profughi nella frazione di Cerro. Non è razzismo, piuttosto si tratta di essere realisti: Fossa è un piccolo Comune gravemente colpito dal sisma, con il borgo che è ancora zona rossa e con metà popolazione alloggiata nel villaggio map, è evidente il disagio sociale già presente, cui si aggiungerebbero tutte le inevitabili problematiche connesse alla presenza di migranti in una località, Cerro, lontana da servizi ed attività, in numero per altro sproporzionato rispetto al numero di residenti. Dovrà riaprirsi un confronto immediato con le istituzioni competenti, prefetto in primis: non sono accettabili decisioni piovute dall’alto e senza confronto con le amministrazioni del territorio». La scelta dei Comuni dove ospitare i migranti pare derivi più che altro dalla disponibilità in loco di strutture private. Sia a Fossa che a Pizzoli i migranti dovrebbero essere alloggiati in edifici acquistati nel post-sisma dal fondo immobiliare Europa risorse e che hanno ospitato i terremotati nella fase dell’emergenza. Sulla questione migranti intervengono anche Emanuela Di Giovambattista, assessore Politiche sociali del Comune L’Aquila, Stefano Palumbo, capogruppo Pd in consiglio e Stefano Albano, segretario locale del Pd, i quali, in risposta ai Salviniani, scrivono: «Ma quale “invasione pianificata”, D’Eramo e Imprudente non sanno di cosa parlano e infatti sparlano, lanciano slogan demagogici in pieno stile salviniano privi di qualsiasi contenuto, senza uno straccio di proposta utile ai cittadini. I salviniani omettono di ricordare quando l’allora ministro dell’interno Maroni parlava di obbligo morale da parte dei Comuni ad accogliere i migranti. Ai paladini dell’italianità, convinti scissionisti padani fino solo a un anno fa, sarebbe interessante chiedere quanti migranti siano riusciti a fermare, con la strategia degli slogan, Maroni – che nell’attuale ruolo di Governatore della Lombardia non sente più l’obbligo morale dell’accoglienza – Zaia e i vari sindaci salviniani; la risposta la sappiamo: neanche uno. Piaccia o no, gli immigrati continueranno a sbarcare sulle nostre coste e ad arrivare tanto in Abruzzo quanto in Lombardia nelle percentuali stabilite dal piano del Viminale; dire un “no deciso” all’accoglienza (quello che loro chiedono) equivale a dire di essere contrari al terremoto. Noi invece stiamo lavorando da tempo nella elaborazione di proposte tese a governare il fenomeno».

 



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