Cristina, Adriana, Antonella e Gabriella Le donne che corrono con i lupi sui monti aquilani..

Sono le “donne che corrono coi lupi”. Adriana, Cristina, Antonella, Gabriella. Ragazze di mezza età che lavorano di lena dall'alba al tramonto, d'inverno e d'estate. Nell'ovile, nei campi di lenticchie, ceci, zafferano, nel vigneto. Non sanno che cos'è l'ozio, la routine. Ma sanno come difendersi dal freddo dei monti aquilani, come pulire la neve col trattore. E non hanno paura di dormire da sole la notte, che il giorno dopo già alle 6 si ricomincia. A dirla tutta, un po' di timore ce l'hanno, come racconta Cristina Caselli, romana, ex insegnante di storia dell'arte (tesi sulle chiese romaniche in Abruzzo), trapiantatasi felicemente sull'altopiano delle Rocche già da una quindicina di anni per dare sfogo al suo pallino della natura e degli animali. «A sera un po' d'ansia arriva» ammette, «il paese è a un km di distanza e qui sono davvero isolata. Ma la tenacia e la testardaggine mi hanno dato la forza di incaponirmi e fare scudo a chi mi è venuto contro in questa mia impresa. Ho marcato il territorio il più possibile. Ci venivo da turista trent'anni fa, ho deciso di viverci. Attualmente dieci mesi su dodici, mio marito lavora a Roma ma fa la sua parte». Cristina Caselli, Adriana Tronca, Antonella Marinelli, Gabriella Del Pinto, sono lo “zoccolo duro” di una rete virtuosa ed entusiasta, nata spontaneamente e già trainante. Ognuna col proprio sogno da concretizzare, una ragione di vita per cui lottare, un entusiasmo da condividere. Compagne di avventura, unite, collaborative, «perché le difficoltà sono tantissime, dall'ente parco nessuna agevolazione, dalle istituzioni solo bastoni tra le ruote. Così abbiamo deciso di fare da noi, metterci in rete per farci conoscere, trasmettere la passione del fatto a mano, ritrovare il vero artigianato, gustare sapori dimenticati, riscoprire storie antiche». "Riportare l'agricoltura sull'altopiano per salvare il territorio!" scrivono sui seguiti blog aperti su Facebook. Un tam tam che funziona. "Vieni a mungere le pecore con noi e impara a fare il formaggio" invitava il programma messo in piedi l'estate scorsa. «L'anno passato è andata bene», sorridono Adriana e Antonella, «la gente ha apprezzato la nostra voglia di fare, abbiamo seminato e speriamo di raccogliere i frutti a breve». Cristina aggiunge: «Tornano in azienda e si complimentano per la bontà dei prodotti, sono curiosi di sapere come sono fatti». Tanta è la voglia di farcela, di non mollare, che le impavide vanno rimpinguando le fila. Al quartetto in rosa si va aggregando sempre più di frequente un'altra amica aquilana, Anna Lisa Costantini, insegnante di francese alle superiori e "jolly" del gruppo per via della sua vena creativa, che esprime in modo particolare nelle decorazioni e nella conduzione del suo b&b vicino L'Aquila. La casa - fattoria didattica di Cristina a Rocca di Mezzo è diventato il quartier generale delle indomite guerriere. E dei tanti aficionados che le seguono di stagione in stagione. D'estate e nei periodi di maggiore afflusso turistico mercatini, laboratori, sfilate, balli e canti si intensificano. «E se il tempo ci fa brutte sorprese non ci arrendiamo, abbiamo gli spazi al chiuso del laboratorio e la festa diventa più calorosa. L'acquazzone dell'Epifania l'abbiamo sconfitto con il vin brulé di Adriana e le torte squisite preparate da noi con i nostri prodotti». Il prossimo appuntamento è legato alla Pasqua. Sabato santo, 26 marzo, "Le uova pinte", laboratorio di decorazione tradizionale delle uova. Il punto di ritrovo è la fattoria di Cristina, inizio alle 15,30, immancabile la merenda chilometro zero con pupazza ("bambola" di pasta lievitata) e cavalluccio, di solina. Tutto fatto in casa.

Nel laboratorio di maglia con lana “made in L’Aquila”.

Aquilana, fino a cinque anni fa impiegata amministrativa in un'azienda privata, già da bambina Antonella Marinelli spartiva il sonno con attrezzi per fare la maglia e filati, e così ha continuato a fare da grande, con l'ufficio, marito e un figlio. Il suo laboratorio si trova a Santi di Preturo, fuori città, ed è una bottega d'arte tanto è vivace e produttiva. Antonella lavora a maglia lana doc, cento per cento “aquiLana”, precisa. Confeziona originali maglioni, scialli, calze doppie, guanti e cappelli, coperte. Modelli di sua creazione, pezzi unici. Usa i ferri e l'uncinetto, e anche le mani e le braccia, “handknitting”, una tecnica di origini vichinghe. «Quando posso vado fuori perché da noi non c'è molto mercato» racconta Antonella, «per lo più mi contattano tramite facebook o il mio blog e mi ordinano lavori».
- da Il Centro -



 



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