La Corte dei conti boccia il bilancio comunale 2013, tante le anomalie segnalate per il CTGS

 

 

 È un giudizio tutt’altro che lusinghiero quello che la sezione regionale della Corte dei conti ha riservato al rendiconto finanziario del Comune dell’Aquila dell’anno 2013. La relazione, depositata il 14 marzo, censura l’operato dell’amministrazione sulla scorta di numerose anomalie, che vanno dal riconoscimento di debiti fuori bilancio, alla copertura delle passività del Centro turistico del Gran Sasso. Un fiume di soldi nel quale scorrono milioni di euro, come hanno rimarcato i giudici amministrativi. «Di particolare rilievo», si legge nella relazione, «è il risanamento finanziario e il consolidamento dei conti nel 2012, pari a 1.518.788 euro, del Centro turistico del Gran Sasso, relativamente al servizio di trasporto pubblico locale mediante la Funivia Fonte Cerreto - Campo imperatore. Inoltre, nel 2013 si registra una perdita della società pari a 639.811 euro, e con deliberazione di Consiglio comunale 16 del 6 febbraio 2014 è stato approvato il contratto di servizio 2014 che prevede un corrispettivo annuo pari a 520.000 euro». Denaro per il quale, il 4 febbraio scorso, è stata inoltrata ulteriore richiesta di chiarimenti, circa la modalità utilizzata per la copertura dell’ammanco. I giudici volevano sapere se si sia trattato di ricapitalizzazione o ripiano diretto della perdita. «Alla data del 29 febbraio 2016 nulla è pervenuto in risposta da parte dell’Ente: la richiesta istruttoria risulta inevasa. In conseguenza dell’inerzia dell’Amministrazione non è tuttavia possibile rilevare in quale categoria giuridica tra quelle descritte possa essere collocato il debito in esame». Quello della “classificazione” dei soldi versati nelle casse del Ctgs, sottolinea la sezione di controllo della Corte dei conti, non è un particolare di secondaria importanza. Il Testo unico sugli enti locali, infatti, «impone l’abbandono della logica del salvataggio a tutti i costi di strutture e organismi partecipati o variamente collegati alla pubblica amministrazione, che versano in situazioni di irrimediabile dissesto. Non sono ammissibili interventi tampone con dispendio di disponibilità finanziarie a fondo perduto, erogate senza un programma industriale o una prospettiva che realizzi l’economicità e l’efficienza della gestione nel medio e lungo periodo». Altra censura riguarda i debiti fuori bilancio. «Pur prendendo atto di quanto sopra dichiarato dall’Ente, la sezione» si legge ancora nella relazione, «sottolinea che la formazione di debiti fuori bilancio costituisce indice della difficoltà dell’ente nel governare correttamente i procedimenti di spesa attraverso il rispetto delle norme previste dal Testo unico sugli enti locali. Quando il fenomeno assume dimensioni rilevanti e reiterate in più esercizi finanziari, quali quelle riscontrate nel Comune dell’Aquila, è presumibile che gran parte dei debiti fuori bilancio sia riconducibile alla incapacità di porre in essere una corretta politica di programmazione e gestione finanziaria delle risorse e delle spese, alla possibile sottostima degli stanziamenti di bilancio rispetto alle effettive necessità di spesa, ovvero al fine di garantire i vincoli del pareggio e degli equilibri interni. Si raccomanda, nuovamente, al Comune di porre in essere tutte le azioni necessarie a rimuovere le cause che determinano la formazione di debiti fuori bilancio». La relazione sarà trasmessa al presidente del consiglio comunale.

- da Il Centro -

 



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