«Gran Sasso, c’è interesse da tutta Italia»

 

 

La notizia della cordata di imprenditori del consorzio "La compagnia degli Appennini" in corsa per la privatizzazione del Centro turistico del Gran Sasso è solo «un primo segno del grande interesse che la nostra montagna suscita in tutt'Italia». Per il sindaco Massimo Cialente la manifestazione d'interesse alla gestione della stazione di Campo Imperatore, con gli imprenditori Lallini e Bortolotti, che già gestiscono rispettivamente le stazioni di Campo Felice e Ovindoli e che portano a quota tre gli eventuali concorrenti alla conquista dell'agonizzante Centro turistico del Gran Sasso, è solo l'inizio. «Ci sono già imprenditori del nord che si stanno informando» dice «e questo mi fa essere abbastanza sicuro che quando faremo il bando gruppi dalle regioni del nord si faranno avanti concretamente». La soddisfazione del primo cittadino per avere intrapreso della privatizzazione dell'azienda turistica che negli anni ha prodotto ingenti debiti (fino alla bocciatura, da parte della Corte dei Conti, del bilancio 2013) lo porta anche a dire con una certa ambizione che «noi possiamo diventare uno dei più grandi consorzi sciistici e turistici montani del sud Europa» capace di produrre 300 nuovi posti di lavoro e molti altri provenienti dall'indotto. Ma per poter cominciare con gli interventi che cambieranno il volto (dal punto di vista della fruibilità turistica) del Gran Sasso, serve ancora una parte importante: il Piano d'area del Parco, chiuso nei cassetti da decenni e ora «finalmente in dirittura d'arrivo grazie al lavoro del direttore, Domenico Nicoletti, del Comune e anche della Regione con il vicepresidente Giovanni Lolli». «Abbiamo da spendere i primi 15 milioni di euro (scesi in realtà a oltre 13 dopo aver dirottato 1,6 milioni alle istituzioni culturali, che il Cipe restituirà, ndc) ma non possiamo farlo ancora» chiarisce Cialente «possiamo nell'immediato cominciare i lavori possibili senza di esso: l'albergo e l'ostello e così via». Lavori che sono stati "rimodulati" negli ultimi giorni con una delibera presentata ieri in commissione. Se non si riesce a spendere questa prima tranche di finanziamenti, infatti, il Cipe non stanzierà i successivi 20-21 milioni. «Sono sicuro che gli imprenditori abruzzesi potranno offrire anche più dei 12 milioni che chiediamo» aggiunge Cialente «abbiamo una immensa risorsa"che nella stagione invernale in corso ha portato incassi favolosi e 2.600 presenze, il massimo che l'impianto può sostenere».

di Marianna Gianforte - da Il Centro -


 



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