Le radici e le ali: un nuovo viaggio con Goffredo Palmerini

 

 

  

La parola è l’essenza stessa della comunità umana attraverso la quale si costruiscono rapporti, si sviluppano pensieri, si aprono confronti, si diffondono culture, si ricordano i tempi trascorsi e si proiettano nuove realtà.
   La parola va ben oltre il semplice simbolo grafico o sonoro: è un significante che racchiude significati individuali e collettivi secondo i contesti sociali di riferimento ed ancora «[…]. La parola è una cosa profonda, in cui per l’uomo d’intelletto son nascoste inesauribili ricchezze» così Gabriele d’Annunzio nel suo romanzo Il piacere.
   Riflessioni, frammenti letterari tornati in memoria di fronte al bellissimo e significativo titolo del nuovo libro di Goffredo Palmerini Le radici e le ali. Storie, curiosità ed annotazioni sulla più bella Italia nel mondo, edizioni One Group, L’Aquila, 2016.
   Palmerini non poteva scegliere due significanti più incisivi come radici ed ali per dare una dimensione etica e valoriale alle oltre trecento pagine del suo volume che, scrigno prezioso, si apre e porta nel mondo storie e fatti, curiosità e annotazioni, immagini e ricordi, memorie di tempi passati e luci di nuovi futuri.
   Due parole quasi magiche, evocative , piene di fascinazioni individuali e collettive che rimandano alla capacità di tradurre in immagini le realtà di appartenenze mai cancellabili (familiari, sociali, di territorio) per andare oltre, oltre confine.
   Inoltre la copertina entra in simbiosi con le parole e le completa: due bimbi in veste di esploratore l’uno ed aviatore l’altro in un aereo metaforizzato da un’antica valigia dell’emigrante, contrassegnata dai colori della patria natia, che s’innalza verso cieli lontani: «A tutti i bambini migranti» è la dedica, bambini divenuti o che diverranno grandi, volati via per esigenze sconosciute, ma che il libro aiuterà a non dimenticare.
   Sesto volume di quella che potremmo ormai chiamare collana editoriale dopo Oltre confine, Abruzzo Gran Riserva, L’Aquila nel mondo, L’altra Italia e L’Italia dei Sogni: ogni libro un viaggio che annulla gli spazi geografici, ogni testo un tempo di scrittura. 
   Dopo una preziosa Presentazione del grande drammaturgo Mario Fratti che riconosce in Palmerini: «[…] uno stile impeccabile, chiaro, nitido, preciso.», Lucia Patrizio Gunning, docente presso il Dipartimento di Storia della University College London, nella sua autorevole Prefazione accredita all’autore: «[…] esempi sempre confortanti e convincenti del fatto che quella dignità, quella normalità, quella ricerca di se stessi, alla fine dà i suoi frutti. Che una volta spiccato il volo, le ali si aprono e prendono simbolicamente in mano la nostra vita, mentre le radici ci riportano al senso di appartenenza in questo straordinario viaggio di emigrazione.».
   Infatti così è. Nello scorrere le pagine dei cinquantacinque racconti che si dipanano tra cronaca, fatti, ricordi, è sempre costante la simbiosi tra il prima e il dopo nella linea del tempo secondo i vari momenti dell’esperienza migratoria: c’è ieri con le sue profonde radici e ancestrali richiami (Stoccolma, l’Abruzzo perde un figlio appassionato della sua terra), c’è oggi con realtà diverse spesso coronate da successi (A Washington, conferito a Laura Benedetti il Premio Noiaw), c’è domani con l’auspicio di nuovi futuri (La Puglia, tra emigrazione e internalizzazione). Un’antologia diversificata dove risaltano personaggi/protagonisti (Tiziana Grassi, Mario Fratti, John Fante, Laudomia Bonanni …) e gente della memoria (I minatori di Marcinelle…), luoghi sconosciuti e città martoriate (Amaseno, L’Aquila, Taranto…), ricorrenze e cultura (il Columbus Day a New York, la pubblicazione del Dizionario delle Migrazioni italiane nel mondo …) e tanto altro ancora.
   Inoltre c’è quello che si potrebbe definire “il racconto nel racconto”. Infatti ogni singolo testo raccoglie percorsi culturali che s’innestano nelle pagine ed entrano nella narrazione. Ogni occasione espositiva dà luogo a pause di riflessione con storie di ieri, informazioni, notizie, descrizioni e suggestioni: preziosi frammenti che compongono le varie tesserine del mosaico narrativo. Come nella descrizione del Premio “Città di Roccamorice” dove «Uno sperone di roccia proteso verso il vuoto fa da soglia tra le opere d’arte testimoni della storia e la sublime bellezza d’una natura incontaminata. […]», oppure in occasione della presentazione del libro Anatomie degli Invisibili di Tiziana Grassi «Ora, sono quasi a destinazione, alla Biblioteca Centrale di Roma, a Castro Pretorio. Nei primi anni dell’era imperiale questo luogo a ridosso della città eterna era un’area malfamata e funerea, ospitando il Campus sceleratus dove le Vestali che avevano infranto il voto di castità venivano sepolte vive. Vi trovarono poi allocazione anche i Castra Praetoria, in seguito ricompresi entro le mura aureliane.I Castra Praetoria erano le antiche caserme dove alloggiavano le guardie pretoriane, costruite al tempo di Tiberio. […]».
   Che altro dire? Sicuramente molto. Forse un saggio potrebbe esplorare ogni singola pagina alla scoperta delle tantissime preziosità e raccordare le diverse aree tematiche: l’emigrazione, la cultura, i personaggi, i luoghi, la storia ed altro ancora. Per ora ci fermiamo qui. Al lettore il piacere di percorrere le pagine per veicolare alla sua sensibilità e cultura quel messaggio che il titolo intende finalizzare.
- di Gianfranco Giustizieri  -


                                                      
 
 

 

 



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