Tre cani da tartufo avvelenati in un anno

 

 

 

Tre cani da tartufo uccisi con il veleno in poco più di un anno, ciascuno del valore più o meno di 10mila euro, perché tanto valgono gli esemplari di razza addestrati per la ricerca del tartufo, l’oro nero delle nostre terre. E mai termine è stato più appropriato se regolarmente si scatenano nell’Aquilano “guerre” tra tartufai che con mezzi più o meno leciti si danno da fare per eliminare i concorrenti, andando a colpire proprio gli animali, l’elemento fondamentale per una buona raccolta dei tuberi. A denunciare la perdita dei tre animali è un ricercatore di tartufi di Tornimparte, Andrea Giammaria, stanco di assistere alla morte dei suoi animali dall’oggi al domani e di vedere così compromessa la sua attività di tartufaio, diventata, da quando non svolge più il suo lavoro principale, una fonte di guadagno economico familiare. «Una passione che diventa sempre più faticoso portare avanti», racconta. «Ho preso il patentino (previsto dalla legge per cercare i tartufi in terreni non di proprietà) 21 anni fa, ma da allora non sono mai stato controllato», aggiunge sottolineando proprio la mancanza di controlli delle forze preposte. In questo modo vengono incentivati alla ricerca di tartufi anche persone non esperte, poco attente al rispetto delle regole, dell’ambiente e delle quantità di tartufi che le norme consentono di raccogliere. Risale al 13 marzo scorso l’ultimo tentativo di avvelenamento di cani da tartufo nel quale Giammaria si è imbattuto. In realtà, a essere coinvolto è stato l’animale di un suo collega, che ha afferrato fra i campi di Lucoli un pezzo di lardo contaminata con sostanza topicida. «Già 10 anni fa mi sono stati avvelenati 6 cani», aggiunge Giammaria, che ha più volte sollecitato il Corpo forestale dello Stato e sporto una denuncia ai carabinieri «perché un tartufaio cacciatore mi ha puntato un fucile addosso». Ma ci sono stati anche altri casi di cani avvelenati denunciati senza risultati. «Cerco di controllare le mie proprietà con fototrappole e telecamere e molte volte faccio delle ronde di notte», aggiunge scoraggiato, «ma la mia passione per i tartufi sta diventando un incubo».
- da Il Centro -

 



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