La notte della memoria, dolore e speranza nella fiaccolata-Cialente: una luce in fondo al tunnel

 

 

 

 La luce delle fiaccole riempie via XX Settembre. Un bagliore giallo, flebile. Centinaia. Migliaia di fiamme affogate nella notte mentre un vento leggero scandisce i passi del corteo. Familiari delle vittime, comitati spontanei, associazioni sono tornati a ricordare quella maledetta notte di sette anni fa. Una marcia lenta che solca alcuni tra i luoghi più significativi della tragedia. Attraverso via XX Settembre appunto che, con le sue strade limitrofe, conta oltre 100 vittime. Qualcosa è stato ricostruito, come l’edificio che è tornato da quest’anno a ospitare il palazzo di giustizia, punto di partenza del corteo, così come le palazzine di fronte. Qualcosa si vede, qualcosa è cambiato anche se molti edifici crollati o seriamente danneggiati restano ancora a terra. Troppo grandi le ferite da rimarginare in questo lasso di tempo. Il gruppo procede lento. Davanti, gli striscioni ci sono tutti. Anche quello che ogni anno, al passaggio lascia senza fiato. Recita così: “È triste leggere negli occhi di mamma e papà la certezza che neanche stasera tornerò a casa”. A sfilare anche familiari e amici di persone scomparse in altre grandi tragedie italiane come quella di Viareggio e della ThyssenKrupp. A sfilare nel corteo i familiari delle vittime con felpe gialle e la scritta “Verità per la strage dell’Aquila” e con 3mila firme da inviare per corriere a Guido Bertolaso. C’è anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Claudio De Vincenti, il commissario di Roma Capitale, Francesco Tronca, che è stato anche prefetto dei vigili del fuoco. In strada anche tanti sindaci di Comuni dentro e fuori il Cratere. Tra questi, Massimo Cialente, il quale, parlando della ricostruzione, non ha nascosto un velato ottimismo. «Vedo la luce in fondo al tunnel, all’inizio era il buio, poi la lucetta, ora la luce. C’è il concretizzarsi di un progetto strategico, la ricostruzione è a buon punto grazie al governo Renzi che ha assicurato i fondi». Dal punto di partenza, il corteo si è raccolto davanti a tutti i luoghi significativi della tragedia, a partire dai palazzi crollati a ridosso dell’Anas, per raggiungere poi la Casa dello studente sotto le cui macerie morirono 8 ragazzi. L’arrivo in piazza Duomo a ridosso della mezzanotte, dove sono stati letti i nomi delle 309 persone scomparse. Troppo debole a quel punto la luce della piazza per sfidare il freddo. Poi la messa dell’arcivescovo Giuseppe Petrocchi.

di Fabio Iuliano - da Il Centro -


 



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