Morte sul Gran Sasso Riascoltate in aula le telefonate al 118

 

 

 

 Le drammatiche telefonate al 118 del superstite che chiedeva aiuto e le altre concitatissime comunicazioni di servizio tra i soccorritori, sono state riascoltate ieri pomeriggio in aula per fare luce nel processo sulla tragedia del Gran Sasso nella quale 4 anni fa morì il giovane aquilano Massimiliano Giusti. Sotto accusa, per non avergli prestato soccorso (ma la difesa contesta radicalmente questo assunto), si trova un suo amico che era salito con lui in montagna: Paolo Scimia, ieri in aula. La vittima perse l’orientamento a causa di una bufera improvvisa e venne trovato morto dopo lunghe ricerche. Di lì l’incriminazione del superstite per omicidio colposo. Nel pomeriggio di ieri, dunque, le angoscianti registrazioni delle telefonate sono state riascoltate in modo che il giudice monocratico, Giuseppe Grieco, potesse farsi un’idea ancora più precisa sulle presunte responsabilità dell’imputato. Si è andati avanti per quasi due ore e poi il processo è stato aggiornato. In precedenza era stata ascoltata la consulente della difesa Maria Rosaria Aromatario. L’esperta ha affermato che la morte di Giusti non fu immediata, ma certamente molto rapida. Ha anche riferito che, a suo avviso, se ci fosse stato qualcuno in grado di soccorrerlo in tempi brevi la disgrazia non sarebbe stata evitata. Questo a causa delle gravissime lesioni riportate dal giovane nella caduta che fece nel tentativo di tornare a valle. Va comunque riconosciuto che la situazione climatica era pessima e anche l’alpinista più esperto avrebbe avuto dei problemi notevoli. Gli stessi soccorritori, pur avendo le migliori strumentazioni e conoscenza del tracciato, incontrarono difficoltà notevoli nella ricerca dei dispersi. E sia il superstite che la vittima (in particolare) non erano di certo alpinisti provetti. Questo caso giudiziario, che ha pochi precedenti, è ormai alle ultime udienze e potrebbe essere definito entro l’estate. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Roberto Madama e la difesa dai legali Ferdinando Paone e Lanfranco Massimi.
- da Il Centro -
 



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