Bus a fuoco nel traforo Ora indaga la Procura

 

 

«Quando sono caduta e mi sono ritrovata per terra ho pensato che non mi sarei rialzata e sarei morta. Sono ancora sotto choc e mi fa male il ginocchio che ho sbattuto per terra». Così la studentessa di Atri (Teramo), Claudia Di Luzio, che è salita sul pullman a Mosciano (Teramo) per andare a Roma per partecipare alla trasmissione Amicì di Maria De Filippi. La giovane, tra le poche maggiorenni, è tra coloro che ha rischiato di più essendo stata colta anche da un attacco di asma. «Mi sono prenotata tramite mie amiche per vedere 'Amicì - spiega ancora -. A metà traforo il pullman ha preso fuoco e siamo scappate, a quel punto sono caduta in mezzo al fango, dietro di me vedevo fiamme e fumo. Ho avuto un attacco di asma, per fortuna mi hanno subito portato all'ospedale dove mi sono ripresa». Secondo la studentessa i soccorsi sono arrivati subito. È stata curata e rimandata a casa dove è tornata con i suoi genitori.di Giampiero Giancarli wL’AQUILA Dopo il disastro l’inchiesta. Anche se non ci sono state vittime o feriti gravi e i soccorsi sono stati rapidi, la Procura della Repubblica dell’Aquila, come riferito ieri, ha aperto un’indagine sulle cause dell’incendio che ha incenerito il bus con 47 persone all’interno del traforo del Gran Sasso. La comitiva, formata per lo più da ragazzi, era diretta agli studi di Canale 5 a Roma per partecipare alla trasmissione “Amici” condotta da Maria De Filippi. A condurre le indagini è la Polizia autostradale dell'Aquila che ha coordinato i soccorsi. Sabato sono stati ascoltati sommariamente i minorenni, ufficialmente i maggiorenni, in particolare l'autista, e la polizia autostradale ha ricostruito quanto accaduto dopo l'incendio. «Non è stato un incidente stradale nel quale ci sono diverse versioni. È stato un incendio e bisogna capire se qualcuno ha percepito qualcosa di diverso da quanto riportato. Ci riserviamo di ricostruire cosa sia accaduto, si tratta di un’operazione per la quale servirà tempo, si dovrà stabilire in particolare che cosa abbia provocato l'incendio», dice il dirigente del Centro operativo autostradale Felice Donati, «in questo senso stanno lavorando i vigili del fuoco». Dopo i primi accertamenti è emerso che il conducente del mezzo era in condizioni normali quanto a uso di alcol, droga e di ore di viaggio, tanto che il suo comportamento nel mettere in salvo gli occupanti del pullman viene giudicato positivamente. Il bus era stato controllato alcune ore prima dalla polizia e tutto era a posto. Anche il pullman, da una prima analisi, aveva tutte le revisioni. L'indagine dovrà stabilire se sia stato un corto circuito oppure problemi alla turbina a causare l'incendio che ha mandato distrutto il bus. Quanto al conducente, Robetro Paternesi va precisato che appena ha sentito odore di bruciato ha fermato il Setra e ha detto a tutti di allontanarsi nei cunicoli di emergenza distanti poche centinaia di metri. Resta il fatto che la macchina dei soccorsi è stata impeccabile come asserito da più parti. «Grazie ai nostri sofisticati sistemi di sicurezza», dice Igino Lai, direttore di esercizio della Strada di Parchi che ha le autostrade A/24 e A/25 in concessione, «i nostri tecnici si erano allertati prima che il conducente del bus desse l’allarme. Questo grazie al sistema che aveva rilevato un’opacità dell’aria superiore al consueto. Poi sono partiti le moto con gli idranti che in pochi minuti hanno “sparato” sul fuoco in modo che si creasse una carenza di ossigeno soffocando le fiamme». Il tunnel, del resto, è monitorizzato da cento telecamere a fronte di un sistema che possiede molteplici sensori che segnalano situazioni sospette su più fronti. Lai ricorda che, sulla scorta di un protocollo ben preciso, la polizia autostradale, ha provveduto mentre era in corso l’incendio, a evacuare anche 25 dei 50 studenti dell'istituto superiore “Alessandro Volta” di Tivoli in visita ai laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso collegati al traforo in direzione Roma. Al momento dell'incendio erano nei sotterranei alcuni ragazzi mentre gli altri aspettavano fuori. Evacuata anche una decina di dipendenti dell'Infn. «Comunque», afferma ancora il dottor Lai, «va sottolineato che i ragazzi che facevano parte della comitiva diretta negli studi di Canale 5 sono stati bravissimi e non si sono fatti prendere dal panico. Anche per merito di chi era con loro. Siamo consapevoli che, anche sulla scorta di quanto avvenuto altrove, se si riesce a dominare la paura è molto più facile evitare le tragedie». Ora si fa la conta dei danni a causa delle fiamme. Non sembrano esserci problemi particolari in relazione alla resistenza del calcestruzzo che, testato per resistere a tempi più lunghi a contatto con il fuoco, ha retto bene. Ci sono stati dei problemi per alcuni impianti a cominciare da quello di illuminazione per circa seicento metri. Ma nel complesso le condutture degli altri impianti hanno dimostrato buona affidabilità. «I danni ci sono stati ma possono essere definiti contenuti», commenta il dottor Lai, «in relazione a quello che è successo».

 



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