CENSIMENTO DEI CAMOSCI NEL PARCO GRAN SASSO -LAGA Confermato al 20% il trend di crescita

ASSERGI - 26/11/2010 – Giungono dati positivi dal censimento annuale dei camosci nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. 286 sono, infatti, gli esemplari conteggiati nel corso del censimento autunnale effettuato, come di consueto, dai tecnici del Servizio Scientifico dell’Ente Parco in collaborazione con il CTA del Corpo Forestale dello Stato e con l’apporto di numerosi volontari. Anche quest’anno, al censimento dei camosci era abbinato, in collaborazione con l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità dell’Aquila, il conteggio dei gruppi di Fringuello alpino, specie legata alle zone nivali ed acuminali dell'Appennino, che con 550 unità stimate, continuano ad avere nell’area protetta il più consistente nucleo riproduttivo.

La stima della popolazione di camoscio appenninico, frutto dei risultati combinati del monitoraggio primaverile e del censimento autunnale, nel Parco del Gran Sasso Laga è di 420/450 esemplari portando la popolazione complessiva, in tutto il suo areale di presenza nel Centro Italia, a circa 1.500 esemplari.
Nei trentuno sentieri in quota percorsi contemporaneamente sul massiccio del Gran Sasso, sono stati avvistati dodici branchi, alcuni anche molto numerosi. Quest'anno inoltre il Servizio Scientifico del Parco ha programmato le operazioni di censimento nel mese di novembre, periodo in cui avvengono gli accoppiamenti, per favorire il conteggio degli esemplari maschi che, in particolare i sub adulti, nei restanti mesi dell'anno vivono isolati e sono difficilmente osservabili.
Oltre ai branchi storici di Monte Camicia e Pizzo Cefalone, dove negli anni 1992 – 94 furono reintrodotti i primi ventisei esemplari provenienti dal Parco Nazionale d’Abruzzo, i nuclei di recente formazione del Monte Corvo e del Paretone della Vetta Orientale del Corno Grande hanno confermato i dati già in possesso sul positivo trend di crescita della popolazione, calcolato intorno al 20 % annuo. Inoltre l'analisi dei dati acquisiti nel corso del monitoraggio primaverile, ha permesso di rilevare una strutturazione completa dei branchi, comprendenti animali di tutte le classi d’età: dalle femmine giovani di 2-3 anni a quelle riproduttive e a quelle di oltre dodici anni d’età. Giovani maschi non riproduttivi in dispersione sono stati contati su tutto il massiccio, mentre nuovi e importanti avvistamenti di femmine con i piccoli sono avvenuti nei pressi del Bivacco Bafile e sulla via ferrata Brizio, nei pressi del Corno Piccolo.
Testimonianza oggettiva del successo delle politiche di tutela attuate dal Parco Gran Sasso – Laga nei confronti dell’ungulato, il censimento 2010 dei camosci è stato propedeutico alle azioni previste dal progetto Life “Coornata” del quale l’Ente partecipa come partner, nel quadro delle future reintroduzioni previste nel territorio del Parco Naturale Regionale del Sirente Velino e delle operazioni di rinforzo della popolazione recentemente reintrodotta in quello Nazionale dei Monti Sibillini.
Il progetto di reintroduzione e salvaguardia del camoscio sta contribuendo in maniera determinante alla ricostruzione delle catene alimentari naturali nelle montagne appenniniche, sconvolte dalla pressione antropica del secolo scorso, contribuendo in sintesi al successo dell’impegno dell’Ente Parco ad arrestare la perdita di biodiversità, dato certamente significativo, allo scadere del Countdown 2010: Anno Internazionale della Biodiversità.



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