GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA

 

 

Per cercare di capire che cosa accade dall’altro lato dell’Atlantico, mi pare utile usare il titolo di uno dei romanzi di Jane Austen, Sense and Sensibility, buon senso e sensibilità, tradotto in italiano come Ragione e Sentimento.
 Hillary Clinton, gelida e tosta, rappresenta la continuità dalla politica del partito democratico. Sostenuta dall’establishment di Washington e dal marito Bill, è la ragione, il buon senso delle politiche del presidente in carica Barack Obama, per diritto alla salute, cambiamenti climatici, controllo della diffusione delle armi e politica fiscale. Hillary esprime poco quella passione o sensibilità per idee e progetti che fanno sognare gli elettori, suscitando la speranza di un mondo migliore. Da un anno ormai ricevo lettere con la frase “Sei con me? Se sei con me versa un dollaro”, non molto di più, e mai qualcosa di nuovo, a parte il fatto che sarebbe la prima donna ad entrare nella sala ovale della Casa Bianca. Mi domando: Si può votare per la presidenza semplicemente perché il candidato è donna?  Ricordo la mia delusione quando sentii il video del comizio di apertura della sua campagna elettorale, lei leggeva le sue pagine come una maestrina in classe. Al termine di ogni paragrafo l’applauso della claque le consentiva di riprendere fiato. Allora forte fu il ricordo dei comizi coinvolgenti, bellissimi, dell’oratoria trascinante di Barack Obama che, pieno di passione politica, suscitava sogni e speranze. Paragone inesorabilmente a svantaggio di Hillary, razionale e gelida. 23 milioni di democratici si sono recati alle urne per lei.
Lunghe file alle urne per il suo avversario, Donald Trump, l’uomo dai capelli color carota, che, con i suoi miliardi, è sceso in campo, e passo dopo passo, con una oratoria aggressiva ha toccato i sentimenti profondi degli elettori americani, soprattutto la rabbia e la protesta. Per lui tantissimi si sono recati alle urne, in numeri record, più di 25 milioni. Gli elettori sono tanto emozionati e trascinati da D. Trump che, quasi accecati, ignorano persino il fatto che finora non ha pubblicato la sua dichiarazione dei redditi. Teniamo presente che la chiarezza nei rapporti con il fisco è un punto fermo nella mentalità degli americani. Oggi, D. Trump raggiunge e supera Hillary, anche se di poco, nei sondaggi di opinione. E ciò che qualche mese fa sembrava assurdo, ora appare possibile.
A conclusione di queste brevi considerazioni un pensiero va a Bernie Sanders. Lui, diversamente da Hillary, riesce a suscitare sentimenti di partecipazione in tanta gente con tre lavori e salari minimi da fame negli stati più ricchi del pianeta. Appena finirà la competizione per la nomination del partito democratico, allora, messe da parte tutte le ostilità, Bernie potrebbe aiutare Hillary ad essere un po’ più sensibile, a trasmettere un po’ di entusiasmo ai democratici e portarli in massa alle urne con la speranza di un’America più giusta, che riduca le differenze fra i pochissimi miliardari e le masse dei diseredati. Otto anni fa, riuscì a farlo Barack Obama.
- di Emanuela Medoro -

                           



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