Federico Fiorenza ricorda il grande attore Giorgio Albertazzi

 

 

 

«Senza presunzione, Giorgio è mio fratello. Abbiamo fatto tantissime cose insieme. Per me è stato un amico, un maestro, ma anche molto di più». Non riesce a contenere la commozione Federico Fiorenza, già direttore del Teatro stabile d’Abruzzo, mentre ricorda Giorgio Albertazzi. L’attore, una delle più importanti figure del teatro italiano del Novecento, si è spento ieri all’età di 92 anni. «Abbiamo fatto tante cose insieme» racconta Fiorenza. «Non riesco a chiamarlo Albertazzi, per me è Giorgio. L’ho visto l’ultima volta un mese fa, l’ho incontrato prima che si sentisse male, a Roma. Per due anni siamo stati tutti i giorni fianco a fianco. Da allora non ci siamo più lasciati». L’ex direttore del Tsa, infatti, ha prodotto insieme ad Albertazzi e a Dario Fo, la “Storia del teatro in Italia”, 14 puntate per la Rai. «Non ha mai guidato» ricorda. «Per questo spesso lo accompagnavo in macchina. Ricordo ancora i nostri sfottò quando abbiamo girato la seconda serie tv. Si era affezionato molto alla Mercedes grigia che avevo durante la prima serie. Quando sono andato a prenderlo con una Mercedes nera con interni in pelle bianchi, ci è rimasto male: diceva di preferire l’altra». I due insieme hanno realizzato anche il progetto “Tre voci, tre poetiche”. «Uno spettacolo su D’Annunzio, Silone e Flaiano che debuttò all’Aquila nel 1990» racconta Fiorenza. «Fu anche protagonista al premio Flaiano di Pescara. Era molto affezionato all’Abruzzo. Recitò in Memorie di Adriano a Gioia dei Marsi; durante il festival di Tagliacozzo tenne un laboratorio di teatro. Ma soprattutto volle aiutare L’Aquila dopo il terremoto». Registrò, infatti, per la Rai il filmato “Per me si va nella città dolente”, in cui recitava Dante. «Il percorso cominciava a San Pietro in Coppito e terminava col Paradiso a Santa Maria Paganica, dove volle entrare a tutti costi dopo aver visto la situazione della chiesa da uno spiraglio aperto forzando il portone d’ingresso. Il canto quinto dell’Inferno è stato girato a Onna, il conte Ugolino a via Sassa, in un palazzo distrutto e Ulisse vicino all’ex hotel Duca degli Abruzzi» spiega Fiorenza. «Giorgio, in quell’occasione volle parlare con i vigili del fuoco che lui chiamava gli angeli protettori della città».

- da Il Centro -

 



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