Chiusa casa di prostituzione a l'Aquila

Dopo una lunga e laboriosa attività investigativa, personale della Squadra Mobile ha denunciato per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione una donna aquilana, B.A., proprietaria di un appartamento ubicato a L’Aquila, zona Piazza D’Armi, responsabile del reato di cui agli artt. 81 cpv. c.p., 3 n. 8 e 4 n. 7 della Legge n. 75/58, poiché, in qualità di proprietaria dell’appartamento suddetto, favoriva e sfruttava la prostituzione di numerose persone di nazionalità straniera, sia donne che transessuali, di nazionalità brasiliana, colombiana e venezuelana, che si avvicendavano all’interno del predetto appartamento, concesso loro in locazione. Dall’attività investigativa è emerso infatti che l’abitazione, ora sottoposta a sequestro su disposizione dell’A.G., veniva ceduta sistematicamente in locazione per brevi periodi, in maniera irregolare, a giovani donne e trans di nazionalità straniera che li utilizzavano per svolgere l’attività di meretricio, pubblicizzata su siti internet specializzati. Le indagini sono iniziate nel 2015, nel corso delle quali sono stati effettuati numerosi appostamenti, raccolte testimonianze di clienti, cittadini e prostitute, acquisizione di immagini e annunci su siti internet del settore. Dalle ricostruzioni investigative si è potuto accertare che l’attività criminosa è stata svolta a L’Aquila dal 2014 ad oggi e che in questo lasso di tempo, ma anche negli anni precedenti, circa 8, la proprietaria, cedeva in locazione sistematicamente, anche in maniera irregolare, per brevi periodi (a giornate o settimanalmente), l’appartamento di sua proprietà, pretendo dagli affittuari, a titolo di canone, somme in contanti variabili da €uro 250 a settimana a €uro 720 mensili (tutto compreso: luce – acqua – gas), senza sottoscrizione di alcun contratto di specie o, talora, con contratto locativo riportante un canone notevolmente inferiore rispetto a quello effettivamente percepito. I possessori pro tempore dell’immobile esercitavano stabilmente e continuativamente la prostituzione all’interno, dopo aver adescato i vari clienti attraverso annunci posti su siti internet specializzati. Le prestazioni sessuali andavano da 50 €uro in su. Il traffico di clienti ha provocato non poche doglianze da parte dei condomini dello stabile, perciò la proprietaria sollecitava le sue inquiline ad adottare ogni cautela per evitare rumori: era stato applicato del nastro adesivo sull’interruttore del campanello di ingresso, veniva limitato l’uso dell’ascensore in orario notturno ed in alcuni casi, qualche lucciola intratteneva rapporti sessuali in piedi applicando feltri adesivi sotto le scarpe dei clienti. L’attività di prostituzione è continuata sino a ieri allorquando è stata interrotta in flagranza dall’arrivo della polizia, che all’interno dell’appartamento ha trovato 2 transessuali di nazionalità brasiliana, risultati peraltro irregolari sul territorio nazionale, i quali sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica e messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione per l’avvio delle eventuali pratiche di espulsione. Negli atti dell’indagine si leggono anche le storie di vita di ragazze e trans colombiani, venezuelani, brasiliani, provenienti tutti dalla Spagna, che attraverso il passaparola di alcuni connazionali arrivavano a L’Aquila, spinti dalle difficoltà economiche e dalla prospettiva di guadagnare danaro prostituendosi in Italia, per brevi periodi, in modo da guadagnare una somma per rientrare nella penisola iberica; finiti i soldi, però, tornavano dall’indagata per riaffittare la stanza e riprendere l’attività di meretricio.



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