HILLARY CE LA PUÒ FARE

 

 

“I feel your pain” (Sento il vostro dolore), ecco una della frasi più famose di Bill Clinton, Presidente USA per due mandati negli anni ’90, democratico, pronunciata con voce morbida, suadente e penetrante durante un comizio. Una frase che toccava i sentimenti profondi, la pancia della gente, che, emozionata per aver trovato un giovane uomo della classe politica capace di esprimere la loro fatica di vivere, accorreva ad iscriversi nelle liste elettorali, per liberarsi nel segreto dell’urna di tensioni e rabbia, votando uno che sentiva quello che sentivano loro.
 Ed ora Hillary Rodham sposata Clinton, di Chicago, bravissima, intelligentissima, uno degli avvocati più celebri d’America, resa ancora più famosa per aver validamente difeso l’illustre consorte durante lo scandalo Lewinsky, già senatore/trice dello stato di New York e Segretario/a di Stato durante la prima presidenza Obama, è il candidato del partito democratico americano per le prossime elezioni presidenziali. Anzi La Candidata, per la prima volta, noi abitanti delle lingue neolatine, usiamo questa parola al femminile.
 Hillary ha dimostrato di sapere tutto, di essere preparatissima, di essere tosta, tanto, capace di reggere qualunque attacco, informata su tutto. Dunque toccherà a lei vedersela con il Donald, il più popolare e controverso candidato che il partito repubblicano abbia mai messo in circolazione. Il Donald che trascina folle scontente con un’oratoria provocatoria e trasgressiva, anche volgare, sostenuto addirittura dall’infame clan di cristiani bianchi che infestavano il sud di falò e croci ardenti di neri; che vuole innalzare mura a difesa dei confini sud degli USA per frenare l’immigrazione dal Messico; che vuole punire le donne che abortiscono; che vuole scacciare i musulmani. Offre ai suoi seguaci l’opportunità di riavere l’America grande “Let’s make America great again”, come se la presidenza Obama l’avesse sminuita o rimpicciolita.
Hillary è bravissima, senz’altro più preparata di lui per occupare la sala ovale della Casa Bianca. Per arrivarci deve, per prima cosa, ricostruire l’unità all’interno del partito democratico tenendo presenti i temi, sentitissimi da tanti, svolti e portati avanti da Bernie Sanders. Poi, deve trascinare le folle alle urne.  Per questo dovrà toccare i sentimenti della classe media bianca, dei neri che si recarono alle urne per la prima volta in vita loro per votare Barack Obama, degli ispanici che percepiscono il Donald come un pericolo. Dovrà imparare anche lei a comunicare per sfiorare le corde dei sentimenti più intimi e forti di tanta gente che ha bisogno di sperare in una vita migliore, in salari minimi più alti, in scuole e istruzione a costi non proibitivi, assistenza sanitaria per tutti. Insomma deve imparare anche lei a sussurrare qualcosa di simile al mitico “I feel your pain”, dell’illustre consorte.

- di Emanuela Medoro -


 



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