Una “luce” contro i tumori - Allo studio tecnologie meno invasive

 

 

 Nuovi rivelatori di luce per scoprire e curare i tumori in modo sempre meno invasivo. La sfida nasce ancora una volta sotto i milioni di tonnellate di roccia del Gran Sasso.

A occuparsene è Cristiano Galbiati, docente dell’Università di Princeton e ricercatore dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, impegnato nell’esperimento “Dark Side”. «C'è una grossa spinta per la sostituzione di tecnologie vecchie di 20 anni, come le macchine Pet», ha detto, «con nuovi scintillatori e nuovi rivelatori. Noi siamo attivi su entrambi i fronti, sia per sviluppare i migliori scintillatori per le Pet di nuova generazione, sia per sviluppare, in collaborazione diretta con l'industria abruzzese, rivelatori di luce che possano essere veramente la nuova generazione di elementi attivi per le Pet del futuro». Con una macchina di nuova generazione, secondo il professor Galbiati, sarebbe possibile irradiare dosi di radiazioni molto inferiori rispetto a quelle attuali, tali da poter estendere l’utilizzo delle Pet anche in campo pediatrico. «Si potrebbe addirittura utilizzare la stessa tecnologia, conclude, «per fare studi sistematici che aiutino nella comprensione, sin dagli esordi, delle malattie degenerative, come Parkinson e Alzheimer».

 - da Il Centro -


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo