Gli imprenditori abruzzesi ad Assergi "Così le loro idee trovano applicazione"

 

 

 

 «La mia grande sorpresa? Scoprire che quella che era una curiosità di contaminazione tra mondi diversi, impresa e ricerca, alla fine si è concretizzata in qualcosa che può tornare utile al settore della moda: e cioè i tanti usi delle strumentazioni 3D dei Laboratori di fisica». La presidente del Polo della moda di Mosciano Sant'Angelo, Cecilia Greco, siede al tavolo della mensa dell'Infn del Gran Sasso, durante la breve pausa pranzo dell'Open day della ricerca, al fianco di Marco Brandizzi, arrivato da Pomigliano d'Arco, sede di uno degli stabilimenti della Fca Company. Due imprenditori diversi che ieri hanno preso parte alla prima giornata d'incontro tra ricercatori e imprenditori, che la Regione ha organizzato all'interno dell'Infn nell'ambito del percorso per ottenere i fondi europei per l'industria che si concluderà il 2 luglio con la firma della "Carta di Pescara". I laboratori di fisica sono il simbolo di una regione che di ricerca ne fa tanta, e infatti ieri c'erano anche i ricercatori dell'università dell'Aquila con la rettrice Paola Inverardi, e quelli del Gssi con il direttore Eugenio Coccia. Che ci sia una ricaduta delle ricerche scientifiche sul settore produttivo non è un segreto, ma spesso i due settori restano chiusi nei loro ambiti: ieri sono stati abbattuti questi limiti coinvolgendo grandi aziende abruzzesi dell'elettronica, dell'automotive, del chimico farmaceutico dell'agro-alimentare, dell'information technology. Che cosa chiedono gli imprenditori a chi fa ricerca? «Il polo della moda associa 60 piccole e medie imprese», spiega Greco, «ci sono attività della ricerca di base che potranno essere trasferite a noi con trasferimento tecnologico e di competenze, come le strumentazioni 3D». Un'intuizione colta anche da Lfoundry, fabbrica dei semiconduttori che solo due anni fa ha rischiato la chiusura, e che oggi impiega 1.500 lavoratori ad Avezzano. «Abbiamo visto che ci sono opportunità per sviluppare esperimenti congiunti», spiega il responsabile Risorse umane, Fabrizio Famà, «e anche per utilizzare la linea di produzione di Avezzano per produrre in massa dei componenti necessari per esperimenti scientifici». Relazioni già stabili ma da «organizzare selezionando le priorità», invece, per il presidente del Polo dell'automotive, Giuseppe Ranalli, imprenditore della Tecnomatic, in Val Vibrata e colui che ha avuto l'idea dell'Open day della ricerca: «Ho già colto diversi nessi utili per Tecnomatic e per il Polo dell'automotive per esempio nello sviluppo di tecnologie di processo e dei motori elettrici. Mi sono reso conto che il problema è individuare le priorità». La relazione tra ricerca e industria è come "pane e salame" per un'impresa come la Walter Tosto di Ortona. «Gli scienziati hanno bisogno di componenti di un certo tipo. Chi li costruisce deve adeguarsi alle richieste della scienza», spiega Paolo Bonifazi, del settore progetti speciali della Wts, «quindi chi le costruisce, ad esempio noi della meccanica, deve sviluppare conoscenze che prima non aveva. Ed ecco che, per partecipare a un progetto di ricerca, l'industria aumenta la sua capacità tecnologica, e diventa più competitiva».
di Marianna Gianforte - da Il Centro -


 



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