Save Gran Sasso boccia seccamente il distretto turistico

 

 

Al comitato promotore per il referendum consultivo sul Gran Sasso, in particolare per la rivisitazione dei confini delle zone protette, non è andato giù l'affollato vernissage del Distretto turistico, l'organismo che racchiude centinaia di operatori, istituzioni, associazioni, portatori d'interesse. Il comitato Save Gran Sasso ha bollato la prima assemblea del Distretto, nella sede dei laboratori ad Assergi, come «frettolosa, arrangiata, improvvisata, dimenticando che quelle poche idee illustrate sono contenute in un documento di 5 anni fa, ormai tutto da rivedere». La critica maggiore è proprio al pacchetto turistico che il Distretto dovrà varare per intercettare i fondi sulla promozione. «Furono all'epoca scrive Save Gran Sasso - prima l'Ocse, poi il Ministro Barca, a tracciare un futuro possibile sia del turismo sia del sistema economico del cratere. Anche il Cresa, ente regionale, nella sua ultima relazione del 2015 sulla stato del turismo in Abruzzo ha messo in evidenza ampiamente quelle che sono le problematiche e anche i punti di forza. Insomma tutto già scritto con sapienza, saggezza e grande professionalità e invece si fa tutto il contrario. Non c'è tempo! dichiara il presidente Lolli durante il summit, e noi siamo d'accordo, ma il tempo c'è stato e anche tanto. Potevamo fare il turismo della ricostruzione, l'abbiamo glissato, abbiamo cacciato tutti dalla nostra città. Potevano cominciare a ricostruire i borghi immediatamente per mantenere vivo l'interesse nei confronti della valle: evitato anche questo».
IL MARCHIO
L'unica novità presentata, sostiene il comitato, «è stato il lancio del marchio Living Gran Sasso che non ha destato quelle emozioni che una campagna promozionale dovrebbe suscitare. Un progetto monco, talmente monco che la società vincitrice dell'appalto per lo studio del logo, lo ha presentato con 25 minuti di inglesismi volti a coprire il nulla, dimenticandosi persino di registrarlo come marchio o almeno di acquistare il dominio su internet. Poco male: l'abbiamo acquistato noi 5 minuti dopo la presentazione per sicurezza, per evitare che finisse in mani sbagliate. E siamo pronti a regalarlo al Distretto, ma la figuraccia è immane se si considera anche l'importo destinato a questi importanti lavori.Il marketing territoriale, il marketing turistico, i dati, le proiezioni, i competitors, le alternative, i valori, l'indotto, le idee sono solo alcuni dei dati che ci saremmo aspettati da un organismo come quello del Distretto Turistico». «Il momento più importante, per noi prosegue la nota - è stato quando il vice Presidente della regione ha ammesso palesemente quello che il nostro Comitato sostiene sin dalla sua nascita: in area Sic (rete Natura2000) sarà difficilissimo realizzare le infrastrutture previste dal Piano d'Area del Comune. Sagge parole, diciamo noi, pronti a coinvolgere la popolazione attraverso il Referendum Consultivo creato ad hoc, ormai bloccato da oltre un anno nelle maglie di poteri a noi sconosciuti». Per il comitato, infine, il Piano del Parco vedrà la luce solo nel 2017.



 



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