A Castel del Monte torna la magia di "Cellari aperti"

 

 



La manifestazione, giunta alla sua terza edizione, vuole far riscoprire le antiche abitazioni che, alla fine dell'800, erano abitate dagli abitanti dello splendido borgo ai piedi del Gran Sasso d'Italia.

Atmosfere, suoni e suggestioni all'interno di case, detti cellàri, ricavate tra le rocce del centro storico. "Cellari aperti" animerà Castel del Monte sabato 23 e domenica 24 luglio, grazie all'iniziativa delle associazioni del paese.

Nel censimento del 1881, infatti, Castel del Monte contava 2416 abitanti e nel censimento del 1901 ne contava 2774 (oggi ne sono poco meno di 500): la popolazione viveva tutta nel centro storico in case piccole, ricavate una sull'altra nel fitto tessuto urbano che si era andato adattando all'orografia del territorio. Case buie, spesso senza finestre dove a volte la luce entrava attraverso pertugi aperti direttamente tra le pietre dei muri senza alcun infisso. Le famiglie, molto numerose, vivevano la quotidianità in condizioni molto precarie, oggi semplicemente inconcepibili. Poi, con l'espansione del borgo fuori dalle mura e il miglioramento delle condizioni igieniche e abitative, queste case furono lentamente abbandonate, dimenticate e relegate a cantine e rimesse: i cellari, appunto, nel dialetto autoctono "re cellére".

Nei "cellari aperti" si potranno riscoprire gli strumenti del lavoro, i mestieri di un tempo passato, ma tuttora presente nella memoria locale, grazie a caratteristici tour nel borgo e nei musei dell'antica tradizione castellana, tra musiche folkloristiche, corsi di pasta fatta in casa, dimostrazioni di cagliatura e tintura della lana e piccoli estratti dell'ormai tradizionale appuntamento agostano della "Notte delle Streghe": si vivranno atmosfere rese ancor più magiche dai silenzi animati della notte del borgo antico con le sue storie, i suoi mestieri, le sue superstizioni.


 



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