Fuggì dall'ospedale e fu ritrovato morto, nessun colpevole

Posted by Antonio Giampaoli | 2016-06-15 | Commenti: 3 | Letto 988292 volte     Image Sample

 

 

Sulla sua fuga in ospedale e successivo ritrovamento senza vita ad Arischia non ci sono colpevoli all'interno dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila. Il giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Romano Gargarella ha posto la parole fine ad una vera e propria battaglia legale tra accusa e difesa, culminata in tre richieste di archiviazione e tre opposizioni. La vicenda in questione è relativa alla morte di Arcangelo Colantoni di 49 anni di Villetta Barrea, ricoverato all'ospedale dell'Aquila, nel luglio del 2013 per una crisi d'ansia. Il corpo dell'uomo era stato ritrovato esanime dopo cinque giorni, tra L'Aquila e la popolosa frazione di Arischia, in fondo a una scarpata a venti metri dalla strada sterrata. L'uomo era fuggito inspiegabilmente dall'ospedale e qualcuno lo aveva notato in stato confusionale nella zona di San Giuliano. A cercarlo oltre alle forze dell'ordine anche i volontari del Soccorso alpino e speleologico dell'Abruzzo, insieme a quelli della Guardia di Finanza.
Del caso si era occupata anche la trasmissione televisiva di Rai Tre Chi l'ha visto?. Un lutto per la famiglia dell'uomo che ha puntato il dito contro il personale medico che non gli avrebbe prestato le cure necessarie. La Procura ha subito aperto un fascicolo, nel quale però non sono mai state iscritti indagati. Per ben tre volte il pubblico ministero titolare del fascicolo ha avanzato richiesta di archiviazione a suo modo non ravvedendo comportamenti omissivi di chi a vario titolo all'interno dell'ospedale lo abbia avuto in cura. E per ben tre volte non si è fatta attendere la replica dei familiari dell'uomo che tramite gli avvocati di fiducia hanno sempre argomentato diversamente sostenendo che diversamente Colantoni non sarebbe mai fuggito e dunque non sarebbe mai morto. Sulla vicenda è stato nominato anche un consulente del giudice le cui conclusioni hanno convinto il gip a mettere la parola fine sul dibattuto caso giudiziario.
 



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