Così il cuore aquilano sette anni dopo ha ripreso a battere

 

 

 

C'è chi dice che il merito sia tutto di Fabrizio Barca. Se a L'Aquila il centro storico oggi pullula di gru e ci sono migliaia di operai al lavoro, lo dobbiamo tutto, è la tesi, a chi ha capito che la devastazione di una delle città più belle del mondo causata dal terremoto del 2009 fa non poteva essere trattata come un problema degli abruzzesi e degli aquilani. Ma come una questione nazionale. Una svolta impressa appunto da Barca, quando era ministro per la Coesione territoriale del governo di Mario Monti. I finanziamenti finalmente arrivano: in un anno e mezzo 762 milioni per la ricostruzione dei soli edifici privati, con 583 cantieri avviati, di cui 227 nel centro. E di sicuro se non fossero stati commessi tanti errori, a cominciare dalle famose new town costate miliardi e che in qualche caso cadono a pezzi, per continuare con un'assurda moltiplicazione di norme e burocrazia, forse l'Aquila sarebbe già risorta.

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