L’Aquila: moduli provvisori o definitivi?

(Di Sante Acitelli) - E così, dopo mesi di “prese di posizione”, sussurri e grida, polemiche mal celate, uno dei nodi relativi non alla ricostruzione ma ancora legati all’emergenza è venuto al pettine. Parliamo dei cosiddetti “moduli provvisori” ovvero di casette di legno prefabbricato che, in deroga alla normativa urbanistica, un proprietario di un terreno ricadente nel “cratere” e possessore di una casa di tipologia “E” cioè diruta o quasi, poteva (anzi ancora può) costruire a sue spese in alternativa alla domanda di case del progetto C.A.S.E.  o M.A.P.

E’ notizia di ieri infatti che il consiglio comunale non ha raggiunto il numero legale per votare circa la revoca della delibera relativa alla realizzazione dei manufatti temporanei – la n. 58 del 28/05/2009.

Come al solito chiacchiere e solo chiacchiere perchè ’sto consiglio comunale sembra sempre di più uno stato maggiore senza esercito dove si progetta e si decide cosa è meglio senza avere l’operatività di quello che si è discusso.

“Riprendere il controllo del territorio” si dice! Ma quante volte abbiamo sentito dire questa frase piena di significato filosofico e mai attuata! Riprendersi il controllo del territorio vuol dire abbattere l’abusivismo dove abbattere sta ad indicare sia la demolizione fisica del manufatto sia la prevenzione alla realizzazione. Ma c’è riuscito il Comune, in condizioni “normali” a prevenire e colpire l’abusivismo? E allora perchè adesso dovrebbe semplicemente bloccare un’ordinanza della Protezione Civile che permetteva a chi non ha più casa di realizzare un manufatto TEMPORANEO per darsi un tetto? L’ordinanza, infatti, permette di costruirsi questi “moduli provvisori” per tre anni o multiplo di tre, fino a quando il proprietario del suddetto modulo non abbia avuto il finanziamento o la possibilità di ricostruire la propria abitazione. Allora da una parte due anni sono già passati e non si vede neanche l’inizio della ricostruzione ma dall’altra si impedisce di provvedere per conto proprio! Se si vuole impedire il proliferare di queste casette di legno o, meglio, se si ha paura che diventino definitive trasformando il legno in cemento e non essendo in grado di controllarne il numero allora la soluzione è quella di aumentare la realizzazione di nuovi M.A.P. che poi non sono altro che le stesse casette di legno ma di proprietà pubblica e costruiti su terreni individuati dal Comune.

Personalmente ho fatto richiesta di realizzare un modulo provvisorio avendo un terreno e non avendo più la casa ma, finora, non ho dato seguìto alla domanda con la speranza di poter vedere l’inizio (ho scritto inizio non la fine) del percorso per la ricostruzione: costituzione del consorzio, preparazione del progetto, presentazione del progetto e della domanda di finanziamento, ammissione ai contributi, realizzazione e costruzione……., ma se dopo due anni ancora non c’è traccia e la speranza comincia a vacillare perchè impedirmi di poter avere un tetto anche se di legno?

cifone



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