Il Festival della Partecipazione, una immensa piazza virtuale per confrontarsi e dialogare

 

 

Il cantiere più grande d'Europa, con il Festival della Partecipazione, si è trasformato in un immenso laboratorio fatto di idee, incontri e iniziative, con lo scopo di coinvolgere i cittadini nella 'partecipazione' di politica dal basso.

“Con il Festival della Partecipazione si apre un nuovo cantiere, indubbiamente il più atipico e dinamico, nella nostra città. Un cantiere che vuole integrare e arricchire la ricostruzione del patrimonio edilizio e monumentale con quella, vitale per il tessuto connettivo, che riguarda la vita, la socialità, il senso più vero e profondo dell’essere, e del sentirsi, una comunità. Il Festival è un grande laboratorio, al contempo una fucina di idee, un incubatore di progetti, una immensa piazza virtuale per confrontarsi, dialogare, condividere”, ha detto il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente.

Una ricostruzione difficile, quella dell'Aquila, ma che, finalmente ha preso il via: "È assolutamente vero che, dopo l'intervento in particolare dell'allora ministro Barca, il lavoro della ricostruzione post sisma a L'Aquila, è effettivamente partito", ha constatato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha partecipato alla manifestazione 'Non più invisibili', un pranzo con gli operai impegnati nella ricostruzione e i cittadini, che hanno portato pietanze cucinate da loro. La leader della Camera del Lavoro ha osservato che "non è un lavoro normale quello di ricostruire una città, è anche la necessità di sanare le ferite che si sono determinate  per le persone che da questo territorio sono state, più o meno, estirpate e che devono potere avere le condizioni di tornare non solo a vivere nelle loro case, ma in una città che ha di nuovo servizi e possibilità di essere vissuta positivamente dalle persone. Quindi, questo lavoro che apparentemente si può considerare un normale lavoro edilizio è in realtà un'opera di cura delle ferite di questa città". Per il segretario della Cgil, è dunque "importante che ci siano forme di partecipazione e di incontro, che nessuno invisibile agli altri". Camusso ha colto l'occasione dell'incontro per ricordare la vertenza del call centre dell'Aquila: "È una vertenza aperta nel paese, abbiamo un confronto aperto al Ministero del Lavoro con al centro il tema della clausola sociale" ha detto. "Servono anche ammortizzatori e soprattutto una strategia per frenare le delocalizzazioni, quello del call center non è più un lavoro transitorio, è un settore importante della nostra economia che coinvolge professionalità e carriere".

Anche il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha partecipato all'evento e ha tracciato un bilancio sulla situazione del lavoro: "Il lavoro è aumentato di 500 mila occupati nei due anni e mezzo da quando siamo al governo e di 299 mila occupati nell'ultimo anno", ma, ha agginto, "questo non risolve il problema della disoccupazione italiana che per il nostro Paese è un problema storico".  "L'Italia - ha osservato il ministro - ha sempre avuto un tasso di occupazione più basso della media europea. Questo problema non è neanche nato con la crisi, lo ha solo pesantemente peggiorato. È quindi un dato storico del nostro Paese". Poletti ha quindi osservato come vi siano scelte "le strade per fare le riforme: quelle del lavoro e quelle dell'economia. Ciò perchè l'unica maniera per affrontare stabilmente il tema del lavoro è che cresca l'economia, che nascano delle imprese, che quelle che ci sono crescano e che gli investitori internazionali possano venire in Italia convinti che in questo paese ci sono delle buone opportunità. Questo - ha sottolineato il titolare del Dicastero del Lavoro - è quello che bisogna fare e noi lo stiamo facendo anche cercando di alzare il tasso di capacità, di competenza dei nostri giovani perchè, ad esempio, introducendo l'alternanza scuola-lavoro abbiamo cercato di mettere in relazione l'esperienza didattico formativa della scuola con l'esperienza del fare dell'impresa".
 




 



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