Lino Zani e Filippo Crudele al Giardino Letterario

 

 

 

Si è parlato di montagna, poesia e spiritualità, in un pomeriggio intriso di commozione al Giardino Letterario di San Pietro della Jenca.
Un evento di particolare rilevanza ed interesse, con la presenza della guida alpina, maestro di sci, esperto di comunicazione, produttore televisivo e scrittore Lino Zani che ha presentato il libro: "Era Santo era Uomo", la straordinaria amicizia con Papa Giovanni Paolo II, da cui è stata tratta la fiction televisiva Rai "Non avere paura, un'amicizia con Papa Wojtyla".


Il poeta Filippo Crudele, che nei giorni scorsi ha presentato il nuovo libro che si intitola: “Una città, una montagna” ha presentato alcune bellissime poesie, altre sono state recitate dall’attore Maurizio Di Giacomantonio, che ha letto anche alcuni brani del libro di Zani.

L’incontro che cambiò la sua vita, è stato raccontato da Lino Zani:
“Non ci potevamo credere, inizialmente pensammo che monsignor Stanislaw fosse un mitomane. Che ci veniva a fare lassù papa Wojtyla?. Invece il pontefice, invece, arrivò. E nemmeno da solo: con lui venne sull'Adamello, anche l’amico Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica Italiana. La presenza dei due doveva restare segreta ma così non fu. Pertini svelò ai media di essere lì in vacanza con il Papa. A quel periodo di ferie ne seguirono tante altri.
Io lo conducevo in sicurezza sulle montagne, lui cercava di aprirmi l'anima alla fede. E lo faceva con incredibile discrezione".
  Continua Zani: "ero un giovane irrequieto, avevo il grande desiderio di scalare l’Everest, di arrivare in alto, sulla vetta della montagna. Il pontefice mi insegnò che dalla vetta si può solo scendere. E che, dunque, a volte è meglio tornare indietro anche se è più difficile".
Sono trascorsi molti anni ma il sentimento di amicizia e di commozione che Zani conserva per il pontefice è ancora intatto. Il suo racconto va avanti: “mi aveva chiamato il suo apostolo della Croce. Ogni volta che partivo per una scalata, lui mi dava una croce da lasciare in cima. Purtroppo, dopo qualche anno, Wojtyla viene colpito dal mortbo di Parkinson e  lui me lo ha raccontato, nel corso di una nostra escursione. Da quel momento niente più sci, ma solo passeggiate. Però la nostra amicizia continua e lascia un segno indelebile nella mia vita ".

Infine il poeta assergese Angelo Acitelli, ha recitato una poesia scritta da lui e dedicata al padre morto in guerra: "Un Figlio del Monte detto Corno"

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