Cialente: «Il centro storico è sicuro»

 

 

 

«Il centro storico è più sicuro adesso che nel 2008». Continua a ripeterlo da giorni il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ieri mattina, con uno staff tecnico, ha effettuato un lungo sopralluogo nel cuore della città. Dalla Fontana luminosa alla Villa comunale, attraversando tutto il corso. Una verifica de visu dello stato dell’arte dei palazzi ristrutturati, dei cantieri ancora aperti, degli edifici puntellati. Perché in centro la situazione va cambiando rapidamente e mentre gli edifici storici, tinteggiati di fresco, tornano alla luce, infuria la polemica sulla sicurezza. «Siamo un Paese con grandissimi problemi di organizzazione della sicurezza, per ogni cosa», dice Cialente, «L’Aquila, da questo punto di vista, è una delle città più sicure. Il rischio, oggi, non è il centro storico: sono gli spazi confinati, con molta gente accalcata, dove un evento sismico potrebbe creare il panico. Il centro storico è sicuro, andiamoci. Vi sono ritornati negozi, ristoranti, uffici. Non possiamo dare voce ad allarmismi che ci stanno facendo tornare indietro di sette anni». Le dichiarazioni del prefetto, Francesco Alecci, a margine di una riunione, dopo il terremoto di Amatrice: «Il centro storico non è sicuro». L’immediata replica di Cialente: «Lo è eccome. Nelle zone verdi è fruibile molto più di quanto non lo fosse prima del terremoto del 2009». In mezzo gli aquilani, che continuano ad interrogarsi sulla possibilità di fare una passeggiata lungo il Corso e sorseggiare un caffè in uno dei tanti bar che hanno riaperto i battenti. «Stiamo rivedendo con l’ufficio tecnico tutta la mappatura delle zone verdi e di quelle rosse», afferma il sindaco, «ma ho un’idea personale di tutta questa storia, nata a causa di errore gravissimo compiuto da un mio funzionario, che ha elaborato una relazione tecnica errata. Credo che, nella confusione generale che si è creata, qualcuno stia cavalcando l’onda per frenare il processo di rientro delle attività produttive in centro storico». Un’operazione targata Lolli-Cialente, con 20 milioni di euro a disposizione, in regime di de minimis, per agevolare la riapertura dei negozi e incentivare il ritorno in centro di artigiani e commercianti. «E questo perché ci sono interessi forti a mantenere le attività nelle aree periferiche, con affitti altissimi», incalza Cialente che parla di «polemica dannosa per la città» e annuncia una richiesta di chiarimenti al Governo, anche in merito al verbale stilato dalla Prefettura nella riunione avvenuta all’Aquila, dopo la scossa devastante nel Reatino del 24 agosto scorso. «Rispetto alla situazione di emergenza, sono uscite delle cose inspiegabili, che voglio approfondire», afferma Cialente, «voglio capire bene le garanzie sui livelli di sicurezza, anche in caso di una scossa come quella del 6 aprile 2009. Il verbale della Prefettura fornisce delle indicazioni di cui chiederò lumi a Roma». La preoccupazione maggiore del sindaco, all’indomani del sisma che ha devastato alcuni paesi di Lazio, Abruzzo e Marche, «è che il faticoso processo di rinascita culturale, sociale, economica del centro cittadino possa subire una pesante battuta d’arresto. «Con il rischio reale, stavolta sì», evidenzia Cialente, «che commercianti e artigiani scelgano di restare definitivamente in periferia e di non riportare le attività dov’erano prima del sisma. Venti milioni di euro, a disposizione degli operatori economici sono una cifra importante. Chi continua a creare allarmismo intorno alla fruibilità o meno di un centro che, ribadisco, in tutte le zone verdi è assolutamente sicuro, ha interessi diretti a farlo. A fare in modo che il cuore storico dell’Aquila resti deserto, con i palazzi che rinascono, ma senza vita. Non vi è altra spiegazione a quello che sta accadendo negli ultimi giorni».
di Monica Pelliccione - da Il Centro -



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