Commemorazione martiri dimenticati, eccessivamente polemico l'intervento di Giuseppe Lalli

 

 

 

Oggi è il 12 Settembre, data in cui, nel 1943, i soldati tedeschi liberarono Mussolini, imprigionato a Campo Imperatore, alle 17:30 a Fonte Cerreto, si terrà una cerimonia organizzata dal Centro Turistico Gran Sasso, per ricordare  Pasqualino Vitocco e Giovanni Natale che persero la vita in quella circostanza.
Giuseppe Lalli (cultore storico di Assergi) ci ha inviato una precisazione in merito al precedente intervento, giudicato dallo stesso Lalli eccessivamente polemico.

Pubblichiamo integralmente la lettera:

"Carissimo Antonio Giampaoli,

in merito al mio precedente intervento sull'iniziativa posta in essere dal Centro Turistico del Gran Sasso di intitolare due lapidi alla memoria delle due vittime ( il carabiniere Giovanni Natale e la guardia forestale Pasquale Vitocco ), ti prego di dare risalto ad alcune precisazioni e rettifiche, al fine di fugare quache equivoco che il mio intervento potrebbe aver ingenerato.

Il tono eccessivamente polemico della mia lettera mi ha fatto pronunciare un giudizio ingeneroso sulla Direzione del Centro Turistico, facendomi alludere maliziosamente ad interessi utilitaristici. Ebbene, si è trattato, da parte mia, di una vera caduta di stile, per la quale esprimo rincrescimento.

La commemorazione di due martiri della guerra è iniziativa solo encomiabile.

La mia polemica voleva essere diretta al modo approssimativo  con cui la stampa, nel darne l'annuncio, riferiva quel tragico episodio assergese del 12 Settembre 1943.

Il mio intervento muoveva esclusivamente dall'esigenza di contribuire a fare chiarezza su quella dolorosa e ormai lontana vicenda.

L'ho fatto con la passione di un modesto cultore di Storia Contemporanea, nonchè fiero figlio di Assergi.

La dinamica di quella terribile operazione di guerra ho creduto di ricavarla sia dalla testimonianza ascoltate in questi anni dai nostri compaesani, sia leggendo gli scritti di chi ha scritto su quei fatti in maniera equilibrata e documentata.  La ricostruzione che ne ho ricavato, riportata  succintamente,   coincide, nella sostanza, con il racconto più volte sentito dalla bocca di una strettissima parente di Pasquale Vitocco, uomo buono e stimato, a cui mi lega, peraltro una indiretta relazione di parentela.

Inutile aggiungere che, comunque siano andate le cose, nulla giustifica il terribile comportamente dei militari tedeschi ( data la schiacciante superiorità della forze dispiegate, non era necessario aprire il fuoco ), nè, in alcun caso, si può  sminuire il valore del sacrificio di due uomini - un carabiniere una guardia forestale - uccisi perchè indossavano una divisa e quindi caduti nell'adempimento del dovere.

Il mio modesto contributo va  nel senso della seria e pacata ricostruzione storica e vuole rimanere lontano da ogni semplificazione giornalistica.

Nella speranza di aver chiarito il senso dei miei interventi, ti saluto cordialmente".

Giuseppe Lalli.



 



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