Anziano muore travolto dal trattore

 

 

 

 

 «Finché potrò dare una mano e lavorare, lo farò». Rispondeva sempre così Filiberto Salvemme a chi gli diceva che doveva pensare a godersi la pensione e rinunciare ai lavori più duri, e infatti a Marruci tutti lo conoscevano come un lavoratore instancabile, uno che trovava sempre un’attività da fare. D’altra parte nei paesi è un po’ come una grande famiglia, ci si incontra tutti i giorni, ci si conosce, si vedono crescere figli e nipoti. Così per i pizzolani di Marruci la morte di Filiberto, 72 anni, ex dipendente Enel, è stata una tragedia inaspettata e terribile. Alle 8.30 di ieri mattina è rimasto schiacciato dal peso del piccolo trattore snodabile che guidava mentre stava andando a impastare la calce necessaria per portare avanti i lavori in un immobile di sua proprietà. A quell’ora era già sveglio da un pezzo, perché c’era tanto da fare nella sua tenuta. Un incidente forse causato dalla discesa ripida della piccola traversa di Vallicella di Marruci, che ha fatto sbilanciare il peso del rimorchio dove Salvemme aveva sistemato una molazza, una sorta di grande betoniera per fare cemento, molto pesante, che ha fatto capovolgere il trattore probabilmente durante una frenata improvvisa. Per Filiberto non c’è stato nulla da fare. Sul posto in pochi minuti sono arrivati i vigili urbani del paese, Milena Urso e Mariella Mancini e il responsabile della polizia municipale Fabrizio Ioannucci, e con loro anche i vigili del fuoco dell’Aquila che hanno spostato il mezzo nel tentativo di salvare l’uomo, i carabinieri della stazione di Pizzoli e il 118. Salvemme lascia la moglie Silvana, che si è sentita male alla notizia della morte del marito, i due figli Erminia, insegnante, e Mariano, dipendente delle Ferrovie dello Stato, e i nipotini, ma anche tanti amici in un paese che ora si stringe intorno al dolore della famiglia. «Con Filiberto ci incontravamo spesso, in passato si è rivolto a me per questioni di lavoro, e ora come sindaco mi chiedeva consigli, pareri. Era una persona buona, instancabile», racconta il primo cittadino Giovannino Anastasio, «sempre preoccupato per le cose che non funzionano nella pubblica amministrazione. Ci confrontavamo spesso su questo tema: sperava sempre che il “sistema” potesse cambiare per i figli e per il futuro di tutti». Ora si attende che dopo l’autopsia, che dovrebbe essere eseguita questa mattina, la Procura rilasci la salma alla famiglia: è ancora presto per stabilire quando si terranno i funerali. «L’amministrazione è vicina al dolore della moglie e dei figli», dice la vicesindaca Gabriella Sette che conosceva bene Salvemme, «non ci sono parole per un incidente così assurdo».

di Marianna Gianforte - da Il Centro -



 



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