L’ex prefetto Gabrielli: provo dolore quando sento dire che non si deve ripetere il modello L’Aquila

 

 

 

 

«Proprio perchè ho conosciuto il territorio e la gente, provo un personale amarezza, un dolore infinito tutte le volte che non si riconosce all'Aquila quello che è stato, e le cose straordinarie che sono state fatte e si continuano ancora a fare. L'Aquila oggi è troppo spesso sinonimo c'è stato un terremoto, mai nulla come è stato fatto all'Aquila, non ripeteremo L'Aquila. Io credo che sia una forma veramente di grandissima ingiustizia intanto perché non si riconosce quello che è avvenuto all'Aquila». Lo ha detto il Capo della Polizia, il Prefetto Franco Gabrielli, prima di entrare nel vivo del convegno nazionale Sicurezza integrate nel sistema Italia, che si è svolto presso la Scuola Sottufficiali delle Fiamme gialle di Coppito. «Proprio quando noi ci misuriamo con altri terremoti come quello di Amatrice- ha aggiunto- dove sono morte al momento 297 persone non ci possiamo che inchinare, ma quando leggo che gli sfollati sono 2.500 e quando io ricordo che qui gli sfollati furono 68mila forse magari dovremmo anche capire la dimensione. Qui sono state fatte cose straordinarie, dove l'incidenza sui luoghi e suoi cantieri dal punto di vista delle cose negative, sono veramente marginali. E' tutta una questione di narrazione e me ne dà lo spunto Expo. Io credo che noi non saremmo mai sufficientemente grati a Peppe (Giuseppe ndr) Sala e alla sua squadra per come è stato gestito questo evento, ma credo che Expo forse dovrebbe essere portato a esempio di come non si prepari ai grandi eventi. Expo è stato decretato sette anni prima, e grazie a questi straordinari personaggi che lo abbiamo aperto e lo abbiamo gestito. Ma Expo ha sfondato il budget molte opere non sono state fatte. Oggi Expo è l'esempio di tutto quello che va benissimo. Allora va benissimo, io dico, dalla gestione di Expo sono usciti fuori degli spunti straordinari, ma Expo non è solo questo, è anche incapacità del Paese di programmare. L'Aquila è la quinta essenza della negatività, io credo- ha concluso Gabrielli- che il giorno in cui in questo Paese forse con un briciolo di serenità d'animo si riguarderà a quel periodo, io credo che saranno più le sottolineature positive che non le cose negative che poi appartengono all'agire umano».

 



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