In 10mila all’adunata delle penne nere

 

 

 

Gli organizzatori si aspettavano 5000 alpini, ma poi ne sono arrivati molti di più. Secondo gli organizzatori erano circa 10mila. La città dell’Aquila torna ad abbracciare le penne nere dopo l’adunata dello scorso anno, con il raduno “Ricordando il battaglione alpini L’Aquila”, che ha avuto ieri la giornata clou con la sfilata in centro per la tre giorni di commemorazion. La giornata è iniziata con la commemorazione al monumento in memoria di Luca Polsinelli, il giovane maresciallo capo caduto a Kabul il 5 maggio 2006 e terminata con l’ammaina bandiera alle 18. In mezzo, la sfilata che ha attraversato le vie del centro storico, deviando dal corso principale per cercare alcune vie che portano nomi importanti per la storia degli Alpini, come via Vittorio Veneto, dietro la basilica di San Bernardino. Commozione al passaggio di un commilitone con il cappello alpino di Bruno Campagna, l’ex sindaco di Barisciano scomparso alcune settimane fa. Applauditissime le delegazioni dei vari reparti che nel corso degli anni hanno costituito il battaglione alpini, e grande commozione al passaggio della fanfara e dello striscione del gruppo alpini di Accumoli, uno dei Comuni distrutti dal terremoto del 24 agosto scorso. Dietro lo striscione di Accumoli hanno sfilato proprio gli alpini in tenuta da protezione civile, preceduti dalle unità cinofile con i cani per la ricerca nelle macerie. Grandi applausi per il pastore tedesco Max, che col suo fiuto ha aiutato i soccorritori a salvare ben 11 persone nella recente catastrofe di Amatrice. Dal palco, nel corso dei discorsi ufficiali, nei ringraziamenti degli organizzatori davanti alla marea di penne nere che ha riempito la piazza, traspariva l’emozione per una presenza al di là delle più rosee aspettative. «È dai tempi dell’adunata che questa piazza non raccoglieva tanti alpini», ha detto Maurizio Capri, presidente del comitato organizzatore. Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha salutato gli alpini con un «non vi dico benvenuti, ma bentornati. Perché tra le vostre fila c’è chi in questa città ha passato un periodo in gioventù», oltre a tanti che vi sono arrivati dopo la catastrofe del 2009. Dopo gli interventi tra gli altri del sottosegretario per i rifiuti della regione abruzzo, Mario Mazzocca, la chiusura è toccata al presidente Ana Abruzzi, Giovanni Natale. «Dopo una catastrofe, davanti alle telecamere sono in tanti, ma quando si tratta di lavorare chiamano sempre noi alpini», ha detto, ricordando anche i tempi del servizio di leva obbligatorio, «che rappresentava la fine del percorso scolastico e ha contribuito a creare cittadini migliori».

di Raniero Pizzi - da Il Centro -


 



Condividi

    



Commenta L'Articolo